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La Stracciatella alla romana

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La Stracciatella alla romana
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Il legame indissolubile con le proprie tradizioni gastronomiche si rinnova specialmente durante le festività, periodo in cui si è soliti condividere i piaceri del buon cibo seduti intorno a una tavola imbandita, circondati dall’affetto dei propri cari.

La Stracciatella è sicuramente una tra le pietanze che meglio rappresentano la vera essenza del Natale in famiglia a Roma: un comfort food genuino e semplice, ma gustoso e nutriente, che quando arriva fumante in tavola avvolge i sensi e il palato con il suo profumo speziato e il suo sapore caratteristico.

Narrata da artisti, poeti e scrittori e celebrata in tutto il mondo, la cucina tradizionale romanesca è fatta di ingredienti poveri che però si combinano magistralmente per dare vita a piatti sorprendenti che in origine fornivano il sostentamento necessario alle classi meno abbienti della Roma papalina.

La Stracciatella non fa eccezione. Nasce, infatti, per riutilizzare il brodo di carne avanzato dai pasti dei giorni che precedono il Natale con l'aggiunta di pochi altri ingredienti come uova, parmigiano, noce moscata e scorza di limone. Il nome di questa deliziosa e profumatissima minestra, invece, è molto evocativo e deriva dalla cottura delle uova nel brodo bollente che, mescolate con una frusta o una forchetta, si “stracciano” in soffici e gustosissimi fiocchi.

Vediamo come si prepara.

Per servire un’ottima Stracciatella bisogna partire dal brodo di carne da realizzare, in base alla ricetta tradizionale, con verdure e odori – una patata, una cipolla, una costa di sedano e uno spicchio d’aglio – e i tagli di carne preferiti – muscolo, callo di petto, ginocchio di manzo e gallina – che gli conferiscono quel sapore deciso e speciale.

Lavate, pulite e tagliate le verdure e mettetele in un tegame alto, aggiungete la carne pulita e sciacquata e coprite con acqua fredda. Lasciate cuocere a fuoco medio-alto per circa due ore e, quando il brodo si è ridotto a circa la metà, aggiungete un ulteriore litro d’acqua e fate cuocere per circa un'ora a fuoco basso.

Ultimata la cottura, filtrate il brodo con un colino per ottenere un liquido trasparente, salate e mettete da parte.

La ricetta

Ingredienti
4 uova
1 litro di brodo di carne
100 grammi di parmigiano grattugiato
Scorza di limone
Noce moscata
Sale fino

Procedimento

In una terrina, sbattete le uova intere, aggiungete il parmigiano grattugiato e poi la noce moscata. Salate quanto basta e amalgamate tutti gli ingredienti con una frusta per ricavare un composto uniforme.

Versate lentamente le uova nel brodo di carne bollente mescolando per qualche secondo affinché le uova si “straccino” e lasciate andare sul fuoco a fiamma media per circa cinque minuti. Quando la Stracciatella avrà ripreso il bollore, mescolate fino a farla rapprendere.

Per un tocco di freschezza in più, e per una nota di sapore particolare, grattugiate sulla vostra minestra la scorza di limone.

Servite fumante in tavola e buon appetito!

Naviga la sezione Food & Wine del nostro sito e assapora la tradizione culinaria romanesca!

Photo: Redazione Web Turismo Roma

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La Stracciatella alla romana
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La pasta alla zozzona

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La pasta alla zozzona
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È una festa per il palato, una sinfonia di sapori e profumi quasi struggente, uno di quei piatti così paradisiaci, insomma, da far venire una fitta di “nostalgia del presente” mentre li si mangia. Non è con ogni probabilità una ricetta antica – con varianti diverse si incontra dagli anni Sessanta del Novecento – ma celebra la romanità a tavola né più né meno di altri capisaldi della tradizione gastronomica cittadina. E come nel caso di altre ricette tipiche diventate anche piatti gourmet, è stata protagonista negli ultimi tempi di un deciso salto di popolarità.

La sua fama è infatti uscita dalle cucine delle case e delle trattorie romane più popolari per spingersi dall’altra parte dell’oceano, conquistando per esempio i lettori del New York Times. Che proprio ai rigatoni alla zozzona ha recentemente riservato un articolo e un post di Anna Francese Gass, un’esperta anche della cucina delle donne emigrate in America, sulla seguitissima pagina Instagram NytCooking dove solitamente vengono pubblicate le ricette più invitanti e interessanti del mondo, le mode e le tendenze del settore enogastronomico.

Il successo della pasta alla zozzona si deve almeno in parte anche alla semplicità e rapidità di esecuzione: il condimento può essere preparato in poco più del tempo necessario per la cottura della pasta, preferibilmente rigatoni, il formato che a giudizio di quasi tutti i ricettari è il più adatto a raccogliere e trattenere i tanti componenti della salsa. Cosa vi serve per portarla a tavola? Pecorino romano, tuorli, guanciale, salsiccia e pomodorini o salsa di pomodoro, gli ingredienti più cari alla tradizione culinaria laziale, genuini e a chilometro zero.

Può sembrare un accostamento all’insegna dell’eccesso, un approccio insomma alla “melius abundare quam deficere” o un “gran pasticcio” come scrive il New York Times, anche se assolutamente da provare. Ma la verità è che la scelta degli ingredienti rispecchia la volontà di condensare in un’unica ricetta il meglio delle tradizioni romane e degli inimitabili sapori delle sue specialità in fatto di primi piatti. La pasta alla zozzona combina infatti in sé la cremosa e avvolgente carbonara, la saporita amatriciana, la semplice cacio e pepe e l’antica gricia, con l’aggiunta della salsiccia.

Il risultato è piatto godereccio e allegro, che invita alla convivialità, soprattutto se abbinato a un bicchiere di vino dei Castelli: “zozzo”, inteso nel senso più romano del termine di estremamente ricco, succulento e ipercalorico, decisamente poco minimal. Ma i suoi pregi non finiscono qui: nonostante i numerosi ingredienti previsti, è una ricetta povera, nata per saziare e consumare tutti gli avanzi della cucina, in una sana e responsabile ottica anti-spreco.

La ricetta
Ingredienti per 4 persone
- 400 g di rigatoni 
- 200 grammi di guanciale
- 2 salsicce fresche di maiale
- 400 g di pomodorini freschi o in scatola
- 4 tuorli d’uovo 
- 200 g dì pecorino stagionato 
- sale, pepe
- pane, per la doverosa scarpetta
Procedimento
Portate a bollore l’acqua per la pasta. Nel frattempo tagliate a dadini il guanciale e rosolatelo a fuoco basso in un ampio tegame di terracotta. Prelevate il primo grasso che si scioglie e aggiungete al tegame le salsicce sminuzzate e private del budello. Unite quindi i pomodori o la salsa, regolate di sale e portate a cottura per una decina di minuti. A parte, sbattete i tuorli con metà del pecorino, il pepe e il grasso disciolto del guanciale fino a ottenere una sorta di crema. Lessate la pasta, scolatela al dente e trasferitela nel tegame con il sugo. Fuori dal fuoco unite la crema di tuorli mantecando con poca acqua di cottura dei rigatoni, se necessario. Terminate la preparazione con altro pecorino e pepe macinato. 
 

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