Oltre che dei suoi monumenti, dei suoi palazzi e delle sue chiese, una città è fatta anche dei riflessi delle sue storie e della vita che la attraversa. Una vita che, a Roma, è sempre stata scandita da riti, feste, ricorrenze, anniversari, celebrazioni: un fitto calendario di appuntamenti fissi che, con il loro carico di tradizioni, rappresentavano un’occasione di riflessione, tanto religiosa quanto civile, di incontro, condivisione e divertimento, stagione dopo stagione.
Se alcuni, come si dice, non hanno resistito all’oblio del tempo o hanno perso parte di quel senso di perfetta meraviglia che sapevano regalare ai romani e ai tanti visitatori della città, altri godono ancora oggi di ottima salute e si sono persino arricchiti di nuovi elementi. E altri ancora, anche se nati in anni più recenti, sono ormai entrati a pieno titolo tra le “tradizioni” moderne e contemporanee della città.
Così, per vivere appieno Roma e sentirsi dentro la sua storia, mese per mese vi raccontiamo alcuni dei giorni e dei momenti speciali della città, di oggi e di ieri, gli appuntamenti più sentiti o attesi, o anche semplicemente più curiosi.
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Ludi Megalenses, le megalesie, 4-10 aprile
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Pasqua, 20 aprile
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Natale di Roma, 21 aprile
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Festa della Liberazione, 25 aprile
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Festa di Pasquino, 25 aprile
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Mostra delle azalee capitoline a piazza di Spagna, aprile-maggio
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Apertura del roseto comunale, aprile-maggio
Ludi Megalenses, le megalesie, 4-10 aprile
La tradizione racconta che Roma fu fondata in un giorno di aprile dell’VIII secolo a.C. Ma aprile era anche il mese dedicato a due straordinarie divinità femminili del Pantheon romano: la dea dell’amore Venere e Cibele, la Signora della natura e delle fiere giunta in città dall’Oriente. Fu il primo culto straniero accolto dai Romani: la venerazione dell’antica dea era stata infatti introdotta a Roma sul finire del III secolo a.C., quando Annibale minacciava di far pendere l’ago della bilancia a favore di Cartagine durante la drammatica Seconda guerra punica. Per vincere, decretarono i Libri sibillini – una provvidenziale raccolta di profezie e vaticini – era necessario trasportare a Roma la Magna Mater Cibele. L’ambasceria romana inviata fino a Pessinunte, in Asia Minore, dove la dea era venerata sotto forma di pietra nera (forse un frammento di un meteorite), ottenne la pietra dai sacerdoti e arrivò a Roma il 4 aprile del 204 a.C., dopo essere sbarcata a Ostia e aver risalito il Tevere. Fatto sta che Annibale fu sconfitto e, a guerra ormai conclusa, il 10 aprile del 191 a.C. sul colle Palatino fu inaugurato un nuovo tempio dedicato alla dea. In onore di Cibele, da quel giorno a Roma si festeggiarono dal 4 al 10 aprile solenni giochi, con spettacoli teatrali (ludi scaenici) sulla scalinata del tempio della dea e corse di carri (ludi circenses). Una grande processione chiudeva le celebrazioni: dal Campidoglio, attraversava il Foro Romano e quello Boario e arrivava al Circo Massimo, dove tutta Roma attendeva con impazienza l’avvio delle corse dei carri. La Magna Mater abitò in città fino al 380 d.C., quando l’imperatore Teodosio proclamò il Cristianesimo unica religione dell’Impero.
Pasqua, 20 aprile (festa mobile tra il 22 marzo e il 25 aprile)
Preceduta dalla Quaresima e dalla Settimana Santa, la Pasqua ha richiamato a Roma, nel corso dei secoli, folle composite di turisti e pellegrini, poeti e scrittori, fedeli e curiosi. Era la festa cristiana per eccellenza, accompagnata da riti, consuetudini e tradizioni in parte tramandati fino ai nostri giorni. Origini molto antiche ha per esempio il rito della lavanda dei piedi durante la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo, che il Papa celebra attualmente ogni anno in una sede differente. Al termine della messa, gli altari delle chiese nei quali era riposta l’ostia consacrata erano addobbati con straordinarie macchine, capolavori architettonici o di falegnameria: tra le pochissime superstiti, la macchina delle Quarant’ore di Santa Maria dell’Orto, in legno intagliato e dorato, illuminata da oltre 200 candele. Risale al 1750 la Via Crucis al Colosseo, il momento più suggestivo della sera del Venerdì Santo: tradizionalmente è il Papa in persona a guidare l’imponente processione. Nel giorno di Pasqua, la Messa Solenne in Vaticano è seguita ancora oggi dalla rituale benedizione Urbi et Orbi. Dopo il lungo periodo di digiuno e astinenza, per i romani la Pasqua era anche una festa in tavola: la tradizione, viva ancora oggi, prevedeva una ricca colazione e un pranzo pantagruelico “a la groria de la Santa Chiesa”. Il Lunedì dell’Angelo, il giorno dopo la Pasqua chiamato familiarmente Pasquetta, dava il via alle gite fuori porta, allegre scampagnate complice il clima primaverile. Anche in questo caso, ieri come oggi.
Natale di Roma, 21 aprile
Quanti anni ha Roma? La leggenda vuole che la città sia stata fondata da Romolo il 21 aprile del 753 a.C., nel giorno in cui le antichissime popolazioni laziali celebravano le Palilia, la festa dedicata alla dea del bestiame Pales. Dal I secolo a.C. la cronologia romana venne calcolata a partire da questa data con la locuzione Ab Urbe condita, cioè appunto “dalla fondazione della città”, anche se fu l’imperatore Claudio il primo a festeggiare ufficialmente il dies natalis di Roma. Ripristinato come tradizione nell’Ottocento, durante il Risorgimento, il Natale di Roma ha ancora oggi una valenza importante per i romani e viene solitamente celebrato con diversi appuntamenti in città e con rievocazioni storiche. Ma c’è uno spettacolo che si ripete inalterato da millenni: ogni 21 aprile, a mezzogiorno, il sole entra nell’oculus del Pantheon illuminandone perfettamente il portale d’ingresso. Un effetto speciale voluto: varcando la soglia del tempio a quell’ora esatta, l’imperatore sembrava avvolto nella luce.
Festa della Liberazione, 25 aprile
Occupata dai tedeschi all’indomani dell’armistizio, Roma fu liberata dalle truppe americane del generale Clark il 4 giugno del 1944. Fu solo però nella primavera dell’anno successivo che le azioni congiunte delle forze alleate e dei gruppi partigiani portarono progressivamente alla liberazione di tutto il Paese. Alla fine della guerra, per celebrare la Festa della Liberazione venne scelta la data simbolica del 25 aprile, il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia proclamò l’insurrezione generale nei territori ancora occupati. A Roma le celebrazioni si aprono con la deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica e delle massime cariche dello Stato e con l’omaggio ai caduti delle Fosse Ardeatine. Lo storico corteo organizzato dall’ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha tradizionalmente come fulcro Porta San Paolo: qui l’8 settembre 1943 militari e civili cercarono di fermare l’esercito straniero che entrava da via Ostiense combattendo per due giorni. Le diverse manifestazioni ed iniziative in programma sono collegate ai valori della Resistenza e della Libertà e vedono la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti delle Istituzioni, dell’ANPI, della Comunità ebraica di Roma e dei Municipi della città. Tra i luoghi simbolo della Resistenza romana, i quartieri di San Lorenzo e Ostiense, e quelli compresi tra via Prenestina, via Casilina e via Tuscolana, come il Quarticciolo, Centocelle, Torpignattara e il Quadraro, che il 17 aprile del 1944 fu teatro di uno dei più grandi rastrellamenti di civili compiuti dall’esercito di Hitler durante l’occupazione in Italia. Imprescindibile luogo della memoria è anche il Museo Storico della Liberazione di via Tasso, il quartier generale delle SS usato come carcere dalla Gestapo.
Festa di Pasquino, 25 aprile
Nel nome della libertà, di pensiero e di parola. Nella Roma del Cinquecento, il giorno in cui la Chiesa ricorda San Marco fu per un lungo periodo anche la Festa di Pasquino, la più celebre delle statue parlanti della città. A farla diventare tale fu proprio l’annuale festa goliardica che si affiancava alla processione in onore del santo organizzata dai canonici di San Lorenzo in Damaso, nel Rione Parione, e che comprendeva un certame poetico tra gli studenti dell’Archiginnasio della Sapienza. Alla statua di Pasquino, addobbata con maschere mitologiche, erano appesi per l’occasione pomposi epigrammi in latino, rispettosissimi del potere. La tradizione finì però con il favorire il diffondersi di un longevo movimento clandestino: fino al 1870, Pasquino fu una delle anonime voci della satira politica romana, che irrideva il malgoverno, il malcostume e il potere temporale dei Papi. Nel 1938, in occasione della visita di Hitler a Roma, Pasquino riemerse da un lungo silenzio commentando così il finto maquillage a cui la città era stata sottoposta: “Povera Roma mia de travertino, te sei vestita tutta de cartone, pe’ fatte rimira’ da ‘n imbianchino venuto da padrone!”.
Mostra delle azalee capitoline a piazza di Spagna, aprile-maggio
Non c’è primavera romana senza le azalee che inondano di colore la settecentesca scalinata di Trinità de’ Monti. La tradizione dell’infiorata capitolina nasce all’inizio degli anni Trenta, nel parco di Villa Aldobrandini, ma già nel 1952 le azalee si trasferiscono definitivamente in piazza di Spagna. Il tripudio floreale è affidato a circa 250 piante, tradizionalmente bianche (la “Bianca di piazza di Spagna”) e color lilla, che durante il resto dell’anno sono poste a dimora nel Semenzaio di San Sisto. La durata della mostra (circa un mese) dipende dalle condizioni metereologiche, che possono diminuire il tempo di fioritura delle azalee e accelerare così il loro rientro nell’antico semenzaio. Quest'anno le azalee orneranno la scalinata dal 12 aprile.
Apertura del roseto comunale, aprile-maggio
Oltre mille varietà di rose per un’esperienza sensoriale unica. Sulle pendici dell’Aventino, appena sopra il Circo Massimo, il seicentesco Orto degli Ebrei è sede dal 1950 del roseto comunale. Generalmente, è aperto al pubblico durante la fioritura primaverile, da fine aprile a maggio, e quella autunnale a ottobre. Oltre allo spettacolo di profumi e colori, il roseto offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino al campanile di Santa Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga e al Vittoriano, fino all’osservatorio di Monte Mario.