Suggestivo e riuscitissimo esempio di pianificazione edilizia e urbanistica, il complesso residenziale del Villaggio Olimpico sorse a ridosso del centro città, tra i quartieri Parioli e Flaminio e le pendici del parco di Villa Glori.
Unico nel suo genere, l’insediamento, che ricalca la tipica struttura dell’accampamento delle legioni romane, i castra, fu realizzato tra il 1958 e il 1959 per accogliere i circa 8.000 atleti, organizzatori, allenatori e addetti stampa impegnati nell’Olimpiade del 1960.
Alla sua creazione lavorarono i più autorevoli architetti dell’epoca: Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti che scelsero un’area di circa 35 ettari per la costruzione dei 1348 appartamenti che lo costruiscono.
Al tempo però sulla zona prescelta, situata tra la collina di Villa Glori e il Tevere, sorgeva un agglomerato di baracche di sfollati della Seconda Guerra Mondiale provenienti da tutta la penisola in cerca di riparo e lavoro, il cosiddetto campo Parioli, che venne raso al suolo e bonificato, dopo che ai suoi abitanti fu trovata un’altra sistemazione.
All’inizio venne ipotizzata l’edificazione di una struttura temporanea, ma l’idea fu presto scartata in favore di un assetto a carattere stabile che, al termine delle gare olimpiche, avrebbe dato alloggio a circa 1500 famiglie.
Venne quindi concepito un complesso di palazzine che, seppur eterogeno nella forma, dovuta soprattutto alla visione poetica di questo o di quell’architetto, restituiva allo sguardo un’omogeneità e un’uniformità strutturali derivate dalla scelta di elementi stilistici comuni come i pilotis, le finestre a nastro, i marcapiano in cemento, il rivestimento a cortina in laterizio giallo dorato, ma anche dalla distribuzione del paesaggio vegetale che vide la piantumazione di 800 alberi di alto fusto, tra pini, lecci e allori.
Dopo l’assegnazione dell’incarico di realizzazione del Villaggio dall’INCIS, Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato, ai tecnici, la progettazione seguì i principi urbanistici del Movimento Moderno, un collettivo di professionisti che studiava, a livello mondiale, nuove e innovative soluzioni architettoniche, a misura d’uomo, da adattare alle mutate esigenze sociali. Questo tipo di edilizia, che si fondava sul predominio della funzionalità sull’estetica, ebbe i suoi maestri ispiratori in Le Corbusier, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright e Alvar Aalto.
Il risultato si esplicitò in una serie di palazzine, da due piani, le caratteristiche ‘crocette’, a quattro o cinque piani, i grandi edifici lineari o quelli dalla pianta a parentesi tonda che affacciano su piazza Jan Palach, circondati dalla vegetazione e sollevati da terra tramite pilastri di cemento armato – i famosi pilotis – che lasciavano libero e accessibile lo spazio urbano senza interferire con la continuità dello sguardo sul piano a livello strada, destinato alle varie attività sociali e al verde.
Per questo stesso motivo, per collegare il centro città versante Parioli con la Cassia e la Flaminia, fu creato un viadotto sopraelevato a scorrimento veloce di un chilometro – progettato da Pier Luigi ed Antonio Nervi – il Corso di Francia che, su 112 piloni, sul Ponte Flaminio oltrepassa il Tevere.
Al termine dell’Olimpiade romana, l’INCIS assegnò, tramite concorso, gli appartamenti del Villaggio agli impiegati dello Stato. Nel 1972, l’ente venne sciolto e la gestione passò allo IACP, Istituto Autonomo Case Popolari, che nel 1985 mise in vendita il patrimonio immobiliare che diventò quasi totalmente di proprietà privata.
Tra le opere architettoniche e artistiche di maggior rilievo del quartiere spiccano il Palazzetto dello Sport, ideato e progettato dall'architetto Annibale Vitellozzi e dall'ingegnere Pier Luigi Nervi, lo Stadio Flaminio, dell'architetto Antonio Nervi con la collaborazione ingegneristico-strutturale del padre Pier Luigi, la chiesa di San Valentino, edificata a metà degli anni 80 sul luogo di sepoltura del santo martire, su progetto dell’architetto Francesco Berarducci, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone opera dell’archistar Renzo Piano (2002) e il Centro Sportivo Villaggio Olimpico, nato intorno agli anni 2000 per completare l’offerta di servizi ai cittadini romani nell’area a più alto tasso di architettura contemporanea di Roma.
Foto: Turismoroma
PalaTiziano - Palazzetto dello Sport
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Centro Sportivo Villaggio Olimpico
Ponte Flaminio
Villa Glori
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