All’ombra di pini e cipressi
Ampi prati e boschetti attraversati da viali e sentieri sterrati dove passeggiare all’ombra di pini, querce, cipressi, ulivi, ippocastani e cedri. Situata su una collina che domina l’ansa del Tevere, la zona della fontana dell’Acqua Acetosa e Ponte Milvio, Villa Glori occupa una vasta area tra i due quartieri limitrofi di Parioli e Flaminio, alle spalle dell’Auditorium Parco della Musica. La più antica notizia che la riguarda è della fine del Seicento ma, a differenza delle ville storiche di Roma, non nasce come villa suburbana. Era piuttosto uno spazio destinato a vigna e caccia e il suo nome deriva da Vincenzo Glori, un ingegnere idraulico a lungo a servizio dello Stato pontificio, che ne era il proprietario a metà Ottocento.
Il Parco della Rimembranza
L’idea di destinare a verde pubblico la collina cominciò a farsi strada già alla fine dell’Ottocento, con l’esproprio dei terreni. Il parco fu però aperto al pubblico solo nel 1924, su progetto di Raffaele De Vico (l’architetto e paesaggista cui si deve la sistemazione di moltissime aree verdi della città, tra cui il Giardino degli Aranci, il Parco del Colle Oppio e il Parco degli Scipioni), come Parco della Rimembranza dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale e poi riconsacrato a tutti i caduti romani per la patria, in cui onore fu eretta una grande croce di ferro su piazzale di Villa Glori. Molti alberi del parco furono piantati in quell’occasione dagli studenti romani: ognuno recava una targhetta con il nome di uno dei soldati che avevano perso la vita nel primo conflitto mondiale.
La memoria storica del Risorgimento
La villa è tra i luoghi della città più legati alla storia del Risorgimento e i viali che la attraversano sono intitolati ai protagonisti di uno sfortunato tentativo insurrezionale per sottrarre Roma al governo pontificio. Alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, la città era infatti ancora nelle mani del papato. Il 20 ottobre 1867 un drappello composto da una settantina di volontari garibaldini guidati da Enrico e Giovanni Cairoli partì da Terni per rifornire di armi i patrioti che stavano preparando la rivolta. Arrivati a Ponte Milvio il 23 ottobre si resero conto che non avrebbero trovato i rinforzi sperati e si rifugiarono sulla collina di Villa Glori. Qui vennero intercettati e sconfitti dall’esercito pontificio: Enrico fu ucciso, Giovanni ferito gravemente. Una colonna con una lapide alla base ricorda il loro sacrificio, non lontano dal mandorlo alla cui ombra morì Enrico.
Arte contemporanea e archeologia
Nel 1997, su iniziativa del Comune di Roma, tra i pini e gli spazi aperti della villa sono state collocate nel parco alcune installazioni di artisti contemporanei, tra cui Dompè, Caruso, Castagna, Staccioli e Kounellis, che costituiscono un felice esempio di inserimento nella natura di opere d’arte. Il nucleo originario è stato ulteriormente ampliato nel 2000 con la realizzazione di due nuovi interventi, la Porta del Sole di Giuseppe Uncini e l’Uomo-erba di Paolo Canevari.
Per gli appassionati di archeologia: sul fianco nord della collina, interamente scavato nel tufo, è presente un ipogeo, rinvenuto casualmente nel 1794 dal naturalista danese Abilgaard, il cui impianto originario è datato all’epoca antonina con un utilizzo prolungato nel corso del II e III secolo d.C.
Informazioni
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