Villa Albani-Torlonia

Dal 1866 di proprietà dei Torlonia, la Villa fu costruita alla metà del XVIII secolo per il Cardinale Alessandro Albani, nipote di papa Clemente XI, per ospitare la collezione di sculture greche e romane di grande pregio curata da Johann Joachim Winckelmann, bibliotecario e confidente del cardinale per l’allestimento della collezione. Dei lavori fu incaricato l'architetto Carlo Marchionni (1702-1786) che li concluse nel 1763.

Il complesso architettonico - realizzato su una distesa di campagna coltivata a vite, livellata seguendo i rifornimenti idrici, tramite pendii e terrazzamenti - comprendeva la villa, terrazzamenti e scalinate, e dalla parte opposta un emiciclo con il Kaffeehaus, un giardino all’italiana, fontane, vari edifici più piccoli e un tempietto, usato come voliera. All’interno del giardino della villa furono collocati i pezzi della splendida collezione di antichità del cardinale.

La villa testimonia una delle più alte espressioni del particolare gusto antiquario affermatosi alla metà del Settecento, nel passaggio tra il rococò e il Neoclassicismo, in cui Roma era divenuta meta privilegiata del Grand Tour. Nel 1761, nella Galleria, il pittore neoclassico Anton Raphael Mengs dipinse l'affresco del Parnaso, forse il più importante manifesto pittorico dello stile neoclassico allora nascente.

L’iscrizione a lettere in bronzo sulla facciata, ne racconta la lunga storia: Alexander Albani vir eminentissimus instruxit et ornavit / Alexander Torlonia vir princeps in melius restituit (“L’eminentissimo Alessandro Albani costruì e adornò / il Principe Alessandro Torlonia restaurò ed abbellì”).

La Collezione Torlonia ivi conservata, è conosciuta come la più importante collezione privata d’arte antica al mondo. Si tratta di un insieme eccezionale di opere, celebrate nelle pagine di Johann Joachim Winckelmann: sarcofagi, busti e capolavori della statuaria greco-romana frutto di una serie di acquisizioni delle maggiori collezioni patrizie romane, oltre che di scavi nelle terre di proprietà della Famiglia.Tra questi, ricordiamo il famoso rilievo con Antinoo da Villa Adriana, il rilievo di Dedalo e Icaro, o la preziosa statuetta in bronzo dell'Apollo Sauroctono di Prassitele. Sono circa 517 le sculture all’atto della costituzione della collezione (1875) che raggiungono le 620 opere pochi anni dopo, fino ad arrivare alla fine dell’Ottocento quando la collezione conta ormai un numero straordinario di marmi antichi. La quadreria ospita inoltre opere di Niccolò da Foligno, Perugino, Rubens, Guido Reni, Luca Giordano, Gaspar van Wittel.

Preservata e custodita intatta fino ai nostri giorni, la raccolta Torlonia rappresenta una sintesi di quel complesso fenomeno storico-culturale indicato come riscoperta dell’Antico che dal primo Rinascimento getta le basi a Roma della “scienza” antiquaria, del collezionismo d’arte antica fino al formarsi delle moderne collezioni museali e degli studi archeologici.

Foto: Massimo Listri - Fondazione Torlonia