Una fortezza medievale al centro di Roma
Alle pendici del Celio, si trova uno dei monumenti più imponenti, ricchi di storia, arte e spiritualità di Roma: il monastero dei Santi Quattro Coronati.
Fondato a metà del V secolo d.C. sui resti di una domus romana, è una delle basiliche più importanti della Roma carolingia. Dopo tanti secoli, il suo fascino rimane immutato, tanto che l’impressione che si ha al momento di varcarne la soglia è di quella di immergersi in un’atmosfera antica e sospesa nel tempo, lontana dal caos e dai ritmi frenetici della città moderna.
La chiesa, che prende il nome dalla tradizione del martirio di quattro soldati romani e di cinque scalpellini, fu completamente riedificata in seguito all’incendio che devastò la città nel 1084.
Agli inizi del Tredicesimo secolo, furono aggiunti al complesso originario l’edificio con le celle dei monaci, lo splendido chiostro e il lussuoso palazzo cardinalizio fortificato, il cui ingresso è dominato dalla massiccia Torre Maggiore.
Con il trasferimento della sede papale ad Avignone iniziò un lungo periodo di decadenza che durò fino al 1564, anno in cui papa Pio IV trasformò il complesso in un orfanotrofio femminile, il Conservatorio delle Zitelle, per le Monache di clausura agostiniane che vi abitano da oltre 450 anni.
L’interno della chiesa è a tre navate sovrastate da matronei posti su colonne provenienti da monumenti della Roma imperiale. Il pavimento, in stile cosmatesco, è ancora quello originale, formato da grandi dischi di marmo e porfido e da mosaici policromi realizzati con tasselli ricavati da antichi marmi romani.
Unico esempio a Roma, l’abside abbraccia tutte e tre le navate, coprendo l’ampiezza della navata centrale della prima basilica. I sontuosi affreschi che la ricoprono sono opera del pittore fiorentino Giovanni da San Giovanni e raffigurano la storia dei Coronati.
Della Stanza del Calendario, l’anticamera del parlatorio delle Monache agostiniane ornata da uno straordinario affresco del Tredicesimo secolo, si accede alla Cappella di San Silvestro, l’oratorio del palazzo cardinalizio, dove è conservato un altro gioiello dell’arte pittorica medievale, che narra le Storie di papa Silvestro. Tra le scene raffigurate, quella celebre della Donazione di Costantino al papa, in cui Roma e altre regioni dell’Occidente vengono cedute alla Chiesa, atto, poi scoperto essere falso, che diede origine al potere temporale della Chiesa.
Nel 1996, durante un intervento di routine venne alla luce il più raro esempio di arte gotica a Roma. Nascosti da quasi ottocento anni sotto sette strati di intonaco azzurro, si mostrarono allo sguardo dei restauratori 300 metri quadrati di straordinari affreschi che rivestivano le pareti e le volte della Sala Gotica, forse l’aula di giustizia di un tribunale ecclesiastico.
Le vivaci scene a tema profano del Terzo Maestro di Anagni rappresentano le quattro stagioni, le arti, i segni zodiacali, le costellazioni, i vizi e le virtù e Salomone, il Giudice per eccellenza, con il capo coronato da un diadema.
Al primo piano della Torre Maggiore, si trova il salone in stile gotico.
Chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio
Basilica di San Clemente
Domus Aurea
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