È dedicato al Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta il ponte (spesso chiamato semplicemente PASA dal suo acronimo) che collega piazza della Rovere, nel Rione Borgo, con il Rione Ponte e il lungotevere dei Sangallo: tre semplici arcate in muratura rivestite in marmo bianco separate da pilastri, con una forma che ricorda vagamente quella di una nave, nei quali si aprono due monofore con arco a tutto sesto per attenuare la pressione dell’acqua durante le piene del Tevere.
Le sue linee rispecchiano i dettami architettonici dell’epoca a cui risale: lungo 109 metri e largo 20, il ponte fu infatti costruito in pieno periodo fascista dalla ditta dell’ingegnere italo-tedesco Rodolfo Stoelcker che, grazie agli ottimi rapporti con il regime, aveva partecipato ad appalti in tutta Italia occupandosi anche di alcuni dei nuovi edifici dell’università La Sapienza. Le iscrizioni sui parapetti del ponte motivano l’intitolazione ricordando il valore militare del principe, che aveva partecipato alla Prima guerra mondiale da volontario e poi alla Seconda guerra mondiale in Africa Orientale. Viceré d’Etiopia dal 1937, nel maggio 1941 Amedeo era stato costretto ad arrendersi all’esercito britannico sulle montagne dell’Amba Alagi dopo una lunga e ferma resistenza, che era valsa a tutti i superstiti dello schieramento italiano l’onore delle armi.
Iniziato nel 1939, il ponte fu completato in 34 mesi e inaugurato nel 1942, lo stesso anno della morte di Amedeo di Savoia in un campo di prigionia a Nairobi. La nuova massiccia infrastruttura sostituiva una delle ultime opere di committenza papale prima dell’Unità d’Italia, una struttura sospesa in ferro e legno costruita all’altezza della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Voluto da Pio IX per facilitare l’ingresso dei pellegrini a San Pietro, creando un attraversamento intermedio tra Ponte Sisto e Ponte Sant’Angelo, il “ponte dei Fiorentini” (o “ponte del soldino” per il pedaggio richiesto per attraversarlo) era stato definito all’epoca come una delle “opere più belle e perfette del genere”. Fu tuttavia smantellato a seguito del Piano Regolatore del 1931 e al fine di raccogliere il ferro per le sopravvenute esigenze belliche.
Foto redazione turismoroma
Ponte Vittorio Emanuele II
Ponte Giuseppe Mazzini
Le lapidi delle inondazioni
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