Situata all'inizio dell'attuale via della Lungara, la strada che dal XVI secolo collega il Rione Trastevere al Rione Borgo, questa caratteristica porta è una tra quelle che si aprono lungo le Mura Aureliane ed è l'unica rimasta nel luogo in cui fu edificata.
Inizialmente, il tratto di mura sulla sponda destra del Tevere includeva altre due porte, la Porta Portuensis e la Porta Aurelia, poi denominata Porta San Pancrazio.
Intorno alla metà del Seicento, in seguito alla costruzione delle Mura Gianicolensi, realizzate per sostituire e ampliare il tratto transtiberino delle Mura Aureliane, la Porta San Pancrazio fu ricostruita in posizione più avanzata, mentre la Porta Portuensis fu demolita e sostituita dalla Porta Portese.
Nel corso dei secoli, Porta Settimiana ha subito diversi rimaneggiamenti e restauri.
Nel 1451, papa Niccolò V la fece restaurare per agevolare il transito dei pellegrini che arrivavano a Roma in cerca dell’indulgenza papale.
Nel 1498, la porta fu completamente ricostruita con la sua distintiva merlatura ghibellina e la sommità a coda di rondine, perdendo ogni riferimento all’aspetto originale del quale non è rimasta alcuna traccia.
Nel 1643, papa Urbano VIII fece edificare le Mura Gianicolensi demolendo gran parte delle Mura Aureliane a destra del Tevere: la Porta Settimiana venne incorporata nelle nuove mura e perse la sua funzione difensiva.
Nel 1798, e grazie a papa Pio VI, ebbe luogo l'ultima ristrutturazione: della porta fu preservata e, se possibile, ancor più enfatizzata la foggia militaresca che appariva alquanto inconsueta per un portale ormai privo di qualsiasi utilità difensivo e per di più inserito all'interno di un quartiere cittadino.
Alle spalle della porta, sul lato che dà su via della Scala, si trova via di Santa Dorotea. Al civico n. 20, si dice abitasse la figlia di un fornaio, Margherita Luti, amante di Raffaello Sanzio che la ritrasse in uno dei suoi dipinti più celebri, La Fornarina, che oggi potete ammirare all’interno della Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini.
La finestra dalla quale secondo la leggenda l’affascinante giovane donna era solita affacciarsi per salutare il suo amato è incastonata in un arco a sesto acuto riccamente decorato.
Mura Aureliane
Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Barberini
Rione XIII - Trastevere
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