Chiesa di Santa Maria del Buon Aiuto nell'Anfiteatro Castrense

Una chiesa piccolissima sorge incastonata tra le Mura Aureliane e l'Anfiteatro Castrense, a due passi dall’imponenza delle basiliche di Santa Croce in Gerusalemme e di San Giovanni in Laterano.

L’iscrizione vergata sul portale d’ingresso  (SIXTUS IIII FONDAVT MCCCCLXXVI) ne attribuisce la costruzione a Sisto IV, al secolo Francesco della Rovere (1471-84), uno dei pontefici più importanti della storia di Roma, grande innovatore delle arti e delle lettere, e artefice del volto rinascimentale della Città Eterna: enorme atto di lungimiranza e coraggio in un periodo di grandi rivolgimenti sociali e culturali. Fu lui infatti a commissionare ai più grandi architetti e artisti del tempo la costruzione di chiese gioiello come Santa Maria del Popolo e Santa Maria della Pace, di Ponte Sisto, il più romantico tra tutti quelli che solcano il Tevere, che dona una vista suggestiva e privilegiata sulla Cupola di San Pietro, e la fondazione, nel 1471, dei Musei Capitolini, il primo museo pubblico al mondo.

Un papa visionario, quindi, amante della grandeur e dello sfarzo, delle opere monumentali costruite senza badare a spese, tanto che il suo successore, Sisto V, si trovò sommerso di debiti. E allora perché, tra tanti grandiosi capolavori, Sisto IV fece erigere questa chiesetta di poche pretese e pure in un luogo in cui può passare sicuramente inosservata nel concitato traffico cittadino?

Si racconta che, durante il breve tragitto di circa un chilometro che il papa stava percorrendo tra la basilica di San Giovanni in Laterano e quella di Santa Croce in Gerusalemme, si scatenò un fortunale e Sisto IV si trovò nel mezzo di una vera e propria bomba d’acqua con fulmini e saette, tanto da temere per la propria vita. Fu così che per cercare protezione andò a ripararsi sotto un’edicola sacra, invocando, da fervente mariano, l’aiuto della Madonna che vi era ritratta. A pericolo scampato, Sisto IV fece staccare dal muro l’antica immagine dipinta ad affresco di Maria dall’edicola e ordinò l’edificazione di una chiesa a lei dedicata con il titolo del Buon Aiuto (o del Soccorso).

Da allora, nella chiesa di Santa Maria del Buon Aiuto nell'Anfiteatro Castrense si venera la dolcissima immagine della Vergine col Bambino che, posta sull’altare del piccolo luogo di culto, è comunemente attribuita ad Antoniazzo Romano, uno dei pittori più rappresentativi della scuola romana del Rinascimento.

Posta in cima a una breve scala con balaustra, la chiesa, un oratorio, ha un’architettura semplice e lineare. Sulla facciata si apre una porta integrata in un architrave in travertino e una finestra; il tetto, a capanna, è ornato, a sinistra, da un piccolo campanile a vela eretto nel XIX secolo. Al di sopra dell’architrave, una seconda iscrizione recita: “In questo santo loco si prega Dio per le anime del Purgatorio nella santa memoria di Sisto IV”, mentre, sopra la finestra, si distingue lo stemma di papa Sisto IV. L’interno è a pianta rettangolare con volta a crociera che si sviluppa da semi-pilastri poligonali coronati da capitelli corinzi.

Per edificare la chiesetta, papa Sisto IV fece demolire l’antica Santa Maria de Oblationario così chiamata perché mantenuta dalle oblazioni dei fedeli: questa era anche nota come Santa Maria de Spazolaria o Spezzellaria, in quanto ogni sera il custode provvedeva a raccogliere, spazzandole, le offerte che i fedeli lasciavano sul pavimento.

L’attuale edificio, oggetto di restauri nel 1836 e nel 1880, deve la sua cura alla Confraternita di Santa Maria del Buon Aiuto.

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