La chiesa, annessa all'Ospedale Fatebenefratelli, sull’Isola Tiberina, ha origini molto antiche: sorgeva infatti nell'area del tempio di Iuppiter Iurarius. Il più antico riferimento certo alla chiesa si trova in una bolla di papa Benedetto VIII del 1018. Per lungo tempo la chiesa con monastero annesso fu affidata alle monache benedettine e nei secoli XI-XIII fu residenza dei vescovi di Porto.
La chiesa attuale fu ricostruita alla fine del XVI secolo sulle rovine di quella antica, di cui non resta più nulla: nel corso della costruzione sotto l'altare maggiore furono scoperti i resti del corpo di San Giovanni Calibita, con le reliquie di altri santi. La chiesa fu poi rinnovata nel 1640, la facciata venne completata nel 1711 e nel 1742. All’interno, il ricco apparato decorativo è opera di Corrado Giaquinto, al quale si devono anche le tele e la decorazione della volta del presbiterio, l'ingrandimento del dipinto sull'altare maggiore "La Vergine porge il Bambino a San Giovanni di Dio" di Andrea Gennardi ed il "Transito di Sant'Antonio". La sagrestia e la sala annessa sono entrambe settecentesche.
Nella chiesa si conserva lo splendido affresco della “Madonna della lampada”, risalente al XIII secolo chiamata anche Santa Maria Cantu Fluminis. Una tradizione popolare racconta che quest'immagine, un tempo posta in riva al fiume con una lampada votiva accesa, nel 1557 venne sommersa da un’esondazione del Tevere; nonostante questo, la lampada continuò ad ardere, suscitando così lo stupore del popolo e la pubblica devozione.
Isola Tiberina
Chiesa di San Bartolomeo all'Isola
Antico quartiere ebraico
Informazioni
Aperta solo in occasione di celebrazioni religiose
Location
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