Teatro di Roma - Teatro Argentina

Il Teatro Argentina sorge davanti all’Area Sacra di largo di Torre Argentina, nel luogo dove era situata la grande aula detta Curia Pompeii, dove Giulio Cesare fu ucciso.

La prima inaugurazione risale al 13 gennaio del 1732 con l'opera Berenice di Domenico Sarro, quando il teatro era di proprietà della famiglia Sforza Cesarini. In epoca moderna, subito dopo la sfarzosa inaugurazione del diciottesimo secolo, l'Argentina si conquistò immediatamente un ruolo di punta nell'offerta teatrale cittadina.

Pur accogliendo spettacoli di ogni genere - spesso con balli e numeri sulla corda, raramente delle commedie - per tutto il Settecento, il nuovo Teatro, chiamato a far fronte a una spietata concorrenza, si apre invece alle celebri feste del Carnevale di Roma, evento molto sentito e celebrato nella capitale dello Stato Pontificio con grande sfarzo e coinvolgimento popolare, come a Venezia.

Dai primi del 1800, il teatro accoglie acclamate opere rossiniane e capolavori di Cimarosa e Donizetti, mentre è del 1827 l'applauditissimo concerto che Paganini esegue nella sala sovrastante il vestibolo. Nel 1849, l'Argentina vede il debutto de La battaglia di Legnano su musica di Giuseppe Verdi; i romani accorrono in massa nel loro teatro dove, in un afflato patriottico, esultano entusiasticamente e con vigore per l'opera del Maestro di Busseto, cogliendo l'occasione per protestare contro l'oppressione dello Stato Pontificio e la presenza francese.

Nel 1870, Roma diventa Capitale, subendo una trasformazione urbanistica di forte valore simbolico - con l'asse che unisce via Nazionale a piazza Venezia e prosegue per piazza Argentina fino a corso Vittorio Emanuele II. Con la congiunzione tra la città laica e il Vaticano, l'Argentina viene a trovarsi, emblematicamente, al centro di questa rete viaria e sociale.

È in questo contesto di riorganizzazione urbanistica che lo storico edificio viene acquisito dalla Municipalità cittadina che, in questo modo, si dota di un proprio teatro di rappresentanza istituzionale. Dagli albori del '900, l'Argentina diventa un teatro di prima grandezza la cui vocazione fondamentale - fin da allora - è quella di dare spazio alla ricerca drammaturgica e alla valorizzazione delle nuove proposte, ospitando i grandi interpreti della scena italiana.