La Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini ospita la mostra monografica Caravaggio - Il ritratto svelato a cura di Thomas Clement Salomon e Paola Nicita: nella Sala Paesaggi del Palazzo viene esposto il Ritratto di monsignor Maffeo Barberini, un dipinto attribuito a Caravaggio proveniente da una collezione privata e mai mostrato al pubblico precedentemente. Si tratta di un prestito storico di grande valore che rappresenta un’occasione unica per il pubblico e per gli esperti del settore di ammirare un’opera mai esposta prima, che continua a far parte della collezione privata a cui appartiene da decenni.
L’opera, presentata per la prima volta al pubblico dal grande critico d’arte Roberto Longhi nell’articolo Il vero “Maffeo Barberini” del Caravaggio, pubblicato nel 1963 sulla rivista Paragone, è stata riconosciuta dallo studioso come uno dei capisaldi della produzione ritrattistica di Caravaggio. Secondo Longhi il dipinto, riapparso a Roma senza documentazione, era stato conservato per secoli nella collezione della famiglia Barberini prima di finire in una raccolta privata, probabilmente durante la dispersione del patrimonio negli anni Trenta. L’attribuzione proposta da Longhi è stata unanimamente condivisa da illustri studiosi come Federico Zeri, Mia Cinotti e altri, i quali hanno sottolineato la straordinaria qualità tecnica e stilistica del dipinto, che lo rende una delle rare testimonianze della ritrattistica caravaggesca.
Il quadro è un ottimo esempio del naturalismo di Caravaggio. Nel dipinto infatti, Maffeo Barberini - futuro papa Urbano VIII - appare seduto su una poltrona inclinata, in un ambiente spoglio. La luce, proveniente dal basso, colpisce la figura, mentre il monsignore, ritratto ancora giovane, indossa una berretta e un abito talare verde sopra una veste bianca plissettata. La sua postura è dinamica, quasi in movimento: il braccio sinistro è poggiato sul bracciolo e stringe una lettera piegata, mentre la mano destra si protende verso lo spazio circostante. È un’immagine di potere che rivela il carattere deciso e l’ambizione di colui che è ritratto, ma senza alcuna enfasi; la scena, nuda e priva di elementi decorativi, si concentra sulla personalità del soggetto, amplificata dal gioco di luci e ombre tipico del Merisi. In quest’opera, l’artista non si limita a rappresentare un ecclesiastico di alto rango: lo trasforma in un protagonista della scena, dotato di un’energia interna che rompe la staticità tipica del genere. L’opera inoltre, colma una lacuna importante nella produzione del Merisi, dove i ritratti sono spesso andati perduti.
Foto: locandina ufficiale della mostra
Informazioni
Dal 23 novembre 2024 al 23 febbraio 2025
Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.00)
Chiuso lunedì
Chiuso 25 dicembre e 1° gennaio
Per aggiornamenti e modalità di visita consultare > www.barberinicorsini.org/visita/info-pratiche
Esposizione presso la Sala Paesaggi di Palazzo Barberini