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Le Tombe di Fadilla e dei Nasoni sono due eleganti mausolei scavati nel tufo lungo l'antica via Flaminia, tra Corso Francia e Saxa Rubra, entrambi risalenti all’età imperiale.
La Tomba di Fadilla, piccola e ben conservata, è stata scoperta nel 1923 e deve il suo nome a una piccola lapide in marmo inserita sulla parete, con un’epigrafe funeraria dedicata dal marito alla moglie Fadilla, nome diffuso nella famiglia degli Antonini. Si tratta di un sepolcro rupestre con una camera funeraria che ospita tombe ad arcosolio (nicchie scavate e sormontate da un arco, in cui venivano deposti i sarcofagi). Sul pavimento è presente un mosaico a disegni geometrici bianchi e neri, mentre raffinati affreschi ricoprono i muri e la volta con motivi floreali, pavoni, geni alati, volti di fanciulli e personificazioni delle stagioni. La tipologia della tomba e i bolli laterizi sui mattoni hanno permesso di datare il monumento alla fine del II secolo d.C.
Scoperta alla fine del Seicento durante i lavori per l’ampliamento della via Flaminia, la Tomba dei Nasoni ha una storia abbastanza travagliata. Nel corso dei secoli, infatti, ha subito innumerevoli danneggiamenti e spoliazioni: fin dall’inizio papa Clemente X consentì a suo nipote di appropriarsi di diverse porzioni di affreschi che servirono per adornare la sua villa sull’Esquilino. Anche il pavimento originario a mosaici bianchi e neri è andato perduto. Ma forse i danni maggiori furono creati dall’attività estrattiva che che ha eroso la collina originaria agevolando le infiltrazioni d’acqua all’interno del mausoleo.
Per farsi un’idea dell’aspetto originario della tomba, sono stati realizzati dei pannelli a partire dalle tavole del pittore e incisore Pietro Santi Bartoli, che ritrasse le decorazioni della tomba subito dopo il suo ritrovamento. Si tratta di scene mitologiche con elementi decorativi dove è possibile riconoscere le figure di Atena ed Eracle e poi coppie di mostri marini, geni con frutti e Vittorie alate. Grazie a questa documentazione, sappiamo anche che il sepolcro presentava una facciata esterna in marmo a forma di tempietto, oggi scomparsa, le cui iscrizioni hanno permesso di attribuirne la proprietà ai Nasonii, la stirpe del poeta Ovidio. Il sepolcro, del II secolo d.C., è oggi costituito da un ambiente rettangolare con volta a botte, articolato in tre nicchie in ciascuno dei lati lunghi e una nella parete di fondo.
Foto: Profilo Facebook Soprintendenza Speciale Roma
Villa di Livia a Prima Porta
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Casale di Malborghetto
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Mausoleo di Tor di Quinto
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Informazioni
Visitabile il terzo giovedì del mese
Chiuso ad agosto
Tutti i dettagli nel sito.
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