Oggi è un’area archeologica immersa nella natura, con un’atmosfera fuori dal tempo, ma nella Roma antica era la sontuosa residenza che Livia, la carismatica terza moglie dell’imperatore Augusto, si era fatta costruire lungo l’antica via Flaminia: una villa extra-urbana concepita come proprietà terriera per dedicarsi all’otium e allontanarsi dalla frenetica vita cittadina.
Le fonti antiche la chiamano “ad gallinas albas”, ovvero alle galline bianche, un nome curioso che conserva la memoria di un evento prodigioso occorso a Livia, discendente da una ricca e nota famiglia della Roma repubblicana, mentre si recava nei suoi possedimenti. A descrivere l’episodio è lo scrittore romano Plinio che racconta come un’aquila le avesse fatto cadere in grembo una gallina bianca, con un ramo di alloro nel becco. Su consiglio degli aruspici, la gallina venne allora allevata e intorno alla villa fu piantato un boschetto di allori, da cui si coglievano i rami con cui erano realizzate le corone trionfali.
Dalla fine dell’Impero, il complesso fu abbandonato e divenne inevitabilmente oggetto di spoliazioni e saccheggi. Nella seconda metà dell’Ottocento la villa balzò agli onori della cronaca quando una fortunata campagna di scavi, all’epoca ancora privi di un metodo scientifico di indagine e più finalizzati al recupero di oggetti, portò al ritrovamento di una splendida statua di marmo bianco che ritraeva Augusto con indosso corazza e mantello, il famoso Augusto di Prima Porta ora ai Musei Vaticani, e poi di una stanza semi-interrata con le pareti elegantemente affrescate, da interpretarsi probabilmente come un triclinio estivo. Le pitture, che raffiguravano un giardino popolato di uccelli e disseminato di fiori e arbusti, furono staccate nel 1951 per preservarle e si possono oggi ammirare a Palazzo Massimo alle Terme.
Buona parte delle strutture antiche è nel frattempo tornata alla luce e oggi si possono per esempio visitare, negli ambienti privati, le camere da letto di Livia e dell’imperatore, con un atrio e un piccolo giardino interno, e le grandi stanze della zona di rappresentanza, affacciate su un peristilio e decorate con pavimenti a mosaico o in marmi policromi e pareti affrescate. Un grande complesso termale occupa il settore nord della villa e qui le indagini archeologiche hanno rivelato diverse fasi dopo quella di epoca giulio-claudia: due piscinae calidae e una natatio risalgono agli inizi dell’età flavia mentre nel periodo dei Severi fu eseguita una radicale ristrutturazione dell’impianto.
Una grande terrazza porticata con giardino, probabilmente il boschetto di allori ricordato dalle fonti, ornava il lato orientale della residenza, e da qui si poteva ammirare il Tevere. Il giardino è stato ripristinato con la messa a coltura di oltre 60 piante alte 3 metri in altrettante olle d’argilla. Nell’Antiquarium, posto presso l’ingresso attuale dell’area archeologica, sono infine esposti i reperti più significativi rinvenuti nel sito.
Informazioni
Aperture di settembre 2024
domenica 1 dalle 9.30 alle 18.30
giovedì 12 dalle 9.30 alle 13.30
venerdì 13 dalle 9.30 alle 13.30
sabato 14 dalle 9.30 alle 13.30
domenica 15 dalle 9.30 alle 18.30
sabato 21 dalle 9.30 alle 13.30
domenica 22 dalle 9.30 alle 18.30
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venerdì 27 dalle 9.30 alle 13.30
sabato 28 dalle 9.30 alle 17.30 Apertura straordinaria Giornate Europee del Patrimonio
domenica 29 dalle 9.30 alle 17.30 Apertura straordinaria Giornate Europee del Patrimonio
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
L'ingresso è gratuito senza prenotazione.
Per garantire una migliore gestione del flusso di visitatori, nel caso di gruppi superiori alle 10 persone si consiglia di scrivere preventivamente all'indirizzo email: ss-abap-rm.villadilivia@cultura.gov.it
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