Chiesa di Sant'Apollinare

Situata nel Rione Ponte, tra piazza Navona e Palazzo Altemps, la chiesa fu fondata nel medioevo, tra il VII e l’VIII secolo, ed è dedicata al santo che secondo la tradizione accompagnò san Pietro da Antiochia a Roma e che divenne in seguito il primo vescovo di Ravenna. Probabilmente, in origine la chiesa era collegata a un monastero di monaci basiliani, in fuga da Costantinopoli a causa delle persecuzioni iconoclaste dell’imperatore Leone III Isaurico. Tra il 1742 e il 1748, la chiesa fu comunque riedificata dalle fondamenta da Benedetto XIV su progetto di Ferdinando Fuga.

L’elegante facciata su due ordini, scandita da lesene, è un tipico esempio della transizione tra barocco e stile neoclassico. Il luminoso interno, preceduto da un atrio di forma ellittica, è a una sola navata con tre cappelle per lato e volta a botte, impreziosita dai magnifici affreschi con la “Gloria di Sant’Apollinare” realizzati da Stefano Pozzi. Tra i molti abbellimenti dell’altare maggiore, opera di Bernardino Ludovisi del 1746, vi sono anche due candelabri di Luigi Valadier, famoso argentiere romano padre dell’architetto Giuseppe. In una delle cappelle si venera un’immagine quattrocentesca della Madonna legata a un episodio particolare della storia di Roma: durante il passaggio dei soldati di Carlo VIII di Francia nel 1494, l’immagine fu ricoperta da uno strato di calce per nasconderla e poi dimenticata fino al 13 febbraio 1647, quando riapparve grazie a un terremoto che ne staccò l’intonaco.

La chiesa è parte di un vasto complesso edilizio che ha ospitato nei secoli numerose istituzioni cattoliche tra cui il Collegio Germanico dei Gesuiti, dal 1574 al 1773, il Pontificio Seminario Romano, Pontificio Istituto di Sant’Apollinare, e l’Accademia di Musica “Tommaso da Vittoria”. Attualmente è sede della Pontificia Università della Santa Croce.

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