L’esistenza della chiesa, che sorge in via dei Banchi Vecchi, in pieno centro storico, è attestata già tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo ed è legata alla fondazione e allo sviluppo dell’Arciconfraternita del Gonfalone, cui fu affidata nel XVI secolo. Alla stessa Arciconfraternita si devono i restauri dell’edificio nel 1511 e nel 1603.
Ricostruita dall’architetto Marco David tra il 1761 e il 1764 in forme tardo-barocche, oggi la chiesa si presenta nel suo aspetto ottocentesco, risultato di un integrale rifacimento – sul piano strutturale e decorativo – avvenuto ad opera di Francesco Azzurri che ne decorò l’interno sotto il pontificato di Pio IX, tra il 1863 e il 1867.
La facciata è a due ordini: in quello inferiore troviamo il portale d’ingresso preceduto da una gradinata, mentre in quello superiore vi è una finestra e a coronamento un timpano triangolare e curvilineo. L’interno presenta una navata unica con copertura a volta e tre cappelle per lato; sopra l’altare maggiore sono posti una tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna del Gonfalone e un Crocifisso ligneo anch'esso del XVI secolo. L’altare maggiore, realizzato da Giuseppe Rinaldi, intorno alla metà dell’Ottocento, custodisce una copia della celebre Madonna Salus Populi Romani conservata a Santa Maria Maggiore: l’opera viene tradizionalmente attribuita a Livio Agresti, un pittore presente a Roma negli anni centrali del Cinquecento. Sulla cantoria alla destra dell'abside, si trova un organo a canne, costruito nel 1882 da Nicola Morettini; lo strumento è racchiuso all'interno di una sobria cassa lignea in stile neoclassico. Dal presbiterio è possibile accedere alla sagrestia: ricoperta da un soffitto bianco, essa custodisce un’opera realizzata nella seconda metà del XVII secolo, assegnata ad Ermenegildo Costantini.
Foto: sito ufficiale di Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone
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