È una delle più antiche chiese del Rione Regola, menzionata già nel XII secolo nei Mirabilia Urbis Romae (una sorta di guida turistica ante litteram) e in una bolla di papa Urbano III, che la indica come parrocchia dipendente da San Lorenzo in Damaso. In origine la chiesa si chiamava Santa Maria “in Catenariis” o “in Caterinaris”, un nome riportato nei documenti con molteplici variazioni e derivato forse dalla pia fondatrice della chiesa o, secondo una suggestiva ipotesi, dal vicino ospedale dove venivano curati i prigionieri riscattati dalle mani dei saraceni, che a ricordo della liberazione avrebbero appeso le loro catene all’altare della Vergine. Con il passare del tempo l’espressione si trasformò comunque in Caterina. Così, quando la chiesa fu restaurata nel Cinquecento su progetto di Ottaviano Mascherino, la chiesa finì per essere dedicata alla santa nativa di Alessandria d’Egitto, martirizzata nel IV secolo su una ruota dentata (da cui l’appellativo “della Rota”) e infine decapitata.
La facciata tardo-barocca risale al 1730 e al centro del timpano è posto lo stemma del Capitolo di San Pietro, cui si deve il restauro della chiesa alla fine dell’Ottocento. All’interno, a navata unica con tre nicchie per lato, particolarmente suggestivo è lo splendido soffitto ligneo del Cinquecento a cassettoni policromi, proveniente dalla chiesa di San Francesco d’Assisi a ponte Sisto, demolita insieme all’Ospizio dei Centopreti in occasione della costruzione dei muraglioni del Tevere. Una delle nicchie custodisce la scultura della “Vergine e Sant’Anna“, un tempo posta sull’altare maggiore della chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri e trasportata in processione durante la celebre “processione delle panze”. Nella chiesa è conservata anche la memoria funebre di Giuseppe Vasi, l’incisore palermitano che nel Settecento fu tra i maggiori illustratori dei monumenti romani antichi e moderni.
Dal 1929, quando la chiesa di Sant’Anna divenne parrocchia della Città del Vaticano, Santa Caterina fu assegnata alla Venerabile Arciconfraternita dei Palafrenieri, che la amministra ancora oggi. Nella Roma del passato, il giorno della festa della santa, il 25 novembre, segnava ufficialmente l’inizio dell’inverno. Era il giorno in cui i “bbiferari” (pifferai) abruzzesi e ciociari scendevano dalle montagne, suonando accompagnati da pifferi e zampogne la “novena di Natale” e creando con un mese esatto di anticipo la particolare e suggestiva atmosfera natalizia.
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Chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri
Rione VII - Regola
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