
La storia del Parco archeologico del Celio testimonia le stratificazioni e le evoluzioni che, con il passare delle epoche, ha subito l’intera area del colle fin dalla fondazione di Roma.
Nel Cinquecento l’attuale area del Parco era occupata dalla Vigna del Marchese Cornovaglia, la cui famiglia mantenne la proprietà fino all’acquisizione da parte dell’amministrazione francese (1809-1814), che ne fece luogo di scarico delle terre di scavo risultanti dai grandi progetti di trasformazione urbanistica. Fu allora, in età napoleonica, che l’area assunse l’attuale conformazione di un terrapieno artificiale orientato verso il Colosseo e adibito a giardino pubblico con ampie zone alberate, il Jardin du Capitole, la scenografica passeggiata archeologica tra Foro Romano, Palatino e Colosseo.
Per ampliare e abbellire la passeggiata archeologica, nel 1835, fu costruita, a ridosso dei resti del tempio del Divo Claudio, la Casina del Salvi, per volere di papa Gregorio XVI (1831-1846). L’edificio, adibito a caffetteria, prende il nome dal suo progettista, l’architetto Gaspare Salvi, che si ispirò alla coffee-house del Pincio disegnata dal Valadier.
Oggi, il Parco archeologico ospita, in un allestimento ragionato, reperti organizzati in nuclei tematici, risultato dei grandi scavi di fine Ottocento per la realizzazione di Roma Capitale: manufatti connessi alla sfera funeraria, sculture, decorazioni, altari dedicati alle divinità del pantheon romano, frammenti di edifici pubblici e privati, cippi che delimitavano i confini dell’Urbe e una ricca messe di materiali che raccontano la Roma antica.
Con il suo punto di vista privilegiato sul Colosseo e sul Palatino, dopo un meticoloso restauro, la Casina è tornata alla sua destinazione ottocentesca di punto ristoro comprensivo di caffetteria al piano terra e nella terrazza esterna e di un’Aula Studio, dotata di wi-fi e allestita con tavoli attrezzati per la ricarica dei dispositivi mobili e spazi di relax, negli ambienti al piano superiore.
All'interno del Parco trova posto anche il Museo della Forma Urbis che ospita i frammenti superstiti della celebre Forma Urbis Roma, la meravigliosa mappa marmorea che restituisce un panorama unico del paesaggio urbano di Roma antica. L’edificio, Ex Palestra della Gioventù Italiana del Littorio, ha riaperto al pubblico grazie agli interventi condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, custodisce quindi una delle più rare e importanti testimonianze giunte a noi dall’antichità.
Foto: Roma Capitale
Museo della Forma Urbis


Parco archeologico del Celio


L'Anfiteatro Flavio (Colosseo)


Informazioni
Caffetteria e Aula Studio sono aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.

Location
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