Situato nel cuore della città barocca, a due passi da piazza Navona e dal Pantheon, inserito pienamente nel tessuto culturale urbano, l’Archivio di Stato di Roma conserva un imponente patrimonio documentario costituito, in maniera prevalente, dagli archivi prodotti dagli organismi centrali amministrativi e giudiziari dello Stato pontificio dal XV secolo al 1870, quando con l’annessione di Roma e del Lazio all’Italia, ebbe fine lo Stato dei papi.
A questi vanno aggiunti altri importanti fondi archivistici pervenuti a diverso titolo all’Istituto, tra cui quelli degli ospedali romani, di famiglie e persone, di corporazioni religiose, di confraternite, nonché le migliaia di protocolli notarili e una collezione di circa 20.000 pergamene (la più antica è datata 883). Infine, per il periodo post-unitario, l’Archivio di Stato di Roma è istituzionalmente preposto a ricevere e conservare gli archivi degli uffici periferici dello Stato italiano con sede a Roma e provincia, quali la Prefettura, la Questura, il Genio civile, gli Uffici giudiziari, oggi custoditi presso la sede succursale situata in via di Galla Placidia, in funzione dal 1997.
Dal 1936, l’Istituto è ospitato nel complesso monumentale di Sant’Ivo alla Sapienza, antica sede dello Studium Urbis, l’Università di Roma, istituita da papa Bonifacio VIII nel 1303.
Allo sviluppo del progetto architettonico e artistico, confluito nel palazzo e nella chiesa, presero parte in tempi diversi Guidetto Guidetti, Pirro Ligorio e per la fase cinquecentesca Giacomo Della Porta, cui si deve gran parte dello sviluppo successivo dell’edificio.
Soltanto nel ‘600, con la nomina di Francesco Borromini ad architetto della Sapienza, il complesso acquistò il suo straordinario attuale carattere. Tra il 1632 e il 1667, Borromini fu protagonista assoluto dell’impresa di cui curò sia la progettazione di nuovi spazi che il completamento di quelli ancora imperfetti. Il suo nome è legato in particolare alla realizzazione della chiesa di Sant’Ivo e della Biblioteca Alessandrina.
La chiesa, edificata tra il 1643 e il 1660, con la sua originalissima cupola polilobata e l’ardito lanternino cuspidato a spirale, è una delle più belle chiese barocche di Roma.
La Biblioteca Alessandrina, che prende il nome dal papa committente Alessandro VII Chigi, è un’aula rettangolare di vaste dimensioni, suddivisa in tre campate coperte da volte a vela e situata al secondo piano a sinistra della chiesa. Costruita tra il 1659 e il 1665, sia nelle sue parti murarie che in quelle ornamentali, ospita nella volta centrale un affresco di soggetto allegorico di Clemente Maioli, raffigurante Il trionfo della religione.
L’Archivio di Stato di Roma ha destinato la sala monumentale a sala espositiva.
Photo: Archivio di Stato di Roma official Facebook
Informazioni
Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00
Martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 18.00
Accesso alla Sala di Studio dell’Archivio di Stato di Roma:
Consentito solo su prenotazione a un massimo di 8 utenti al giorno.
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