Per i romani Ariccia è soprattutto sinonimo di porchetta IGP e gita ai Castelli. I Castelli sono le colline intorno Roma, quei colli Albani che in passato hanno ospitato ville e palazzi della nobiltà. Residenze sontuose, praticamente una sorta di castelli che hanno dato il nome alla località e al parco regionale che gli fa da cornice.
Una di queste residenze è Palazzo Chigi di Ariccia, dal nome della famiglia senese che ha dato alla chiesa papi e cardinali. Parlando di Palazzo Chigi viene subito in mente quello romano che ospita la Presidenza del Consiglio, che fino al 1917 era la loro residenza principale. Il palazzo di Ariccia, fino al Seicento di proprietà dei Savelli, fu scelto per la sua vicinanza con Castel Gandolfo, residenza papale estiva. Quando i Chigi decisero di vendere allo Stato il palazzo di Roma, si trasferirono definitivamente ad Ariccia, portando con sé da Roma anche alcuni degli arredi ai quali tenevano di più.
Basterebbe questo per visitare il palazzo, ma c’è molto di più. Palazzo Chigi è un raro esempio di dimora barocca rimasta inalterata nei secoli anche negli arredi. E di uno dei principali interpreti dell’arte barocca porta la firma: fu infatti Gian Lorenzo Bernini a lavorare alla ristrutturazione del palazzo e a progettare la monumentale piazza antistante con la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta.
La prima cosa che colpisce arrivando di fronte al palazzo è il colore della facciata: un originale color aria, un mix di grigio-azzurrino che ha l’effetto di smaterializzare l’edificio e conferirgli una sorta di dimensione astratta. Una scelta che in seguito fu molto utilizzata durante tutto il Seicento.
Entrando al suo interno e visitando in particolare il piano nobile, ci immergiamo nelle atmosfere della nobiltà romana. Tra i gioielli di questo palazzo c’è la Sala da Pranzo d’Estate con le pareti decorate con uno sfondo illusionistico che apre la vista verso Roma e Genzano proiettando il visitatore in quello che era il panorama circostante. Molto interessanti anche il Gabinetto dei Ritratti, una galleria della famiglia Chigi dal Quattrocento a oggi, e la Stanza delle Belle: ritratti delle nobildonne romane del Seicento che mostrano quella che era la moda femminile dell’epoca, dall’abbigliamento alle acconciature. Non solo quadri e arredi, ma anche sculture seicentesche di artisti berniniani, tra cui un capolavoro della ritrattistica, il busto in terracotta di Alessandro VII di Melchiorre Cafá.
Oltre a ospitare l’unico museo italiano interamente dedicato al barocco, che offre un panorama completo della pittura romana tra il Seicento e l’Ottocento, Palazzo Chigi di Ariccia è noto anche per essere stato spesso una location cinematografica: fu qui per esempio che Luchino Visconti volle ambientare gran parte del suo film Il Gattopardo.
Completa la visita al palazzo un giro nel parco, nato come area destinata alla caccia. Si tratta di un bosco misto di 28 ettari, dove oltre a lecci, querce, aceri e carpini non mancano alcuni esemplari di sequoie californiane, introdotte a metà dell’Ottocento, e una serie di reperti archeologici dell’Ariccia romana.
Dopo un inevitabile periodo di chiusura durante l’emergenza sanitaria dovuta al COVID 19, il palazzo ha ora nuovamente aperto al pubblico adottando le norme di sicurezza per contenere il rischio di contagio, dall’uso della mascherina al distanziamento interpersonale di un metro. All’interno delle sale, vigilate ma visitabili liberamente, dispenser con gel igienizzante per le mani sono a disposizione dei visitatori. Le ampie dimensioni del palazzo aiutano a evitare assembramenti e per questo non c’è obbligo di prenotazione, richiesta solo per i gruppi.
Ariccia ospita anche un’altra dimora storica. È il Villino Volterra, costruito agli inizi del Novecento dall’architetto Giulio Magni per il celebre matematico Vito Volterra. Da visitare soprattutto il giardino, che in realtà nasconde tanti giardini diversi collegati tra loro. Purtroppo, vista l’emergenza sanitaria in atto, al momento le visite sono ancora sospese.
Non si può andare ad Ariccia senza fermarsi a mangiare un panino con la porchetta, prodotto gastronomico d’eccellenza del territorio. La tradizione della porchetta ad Ariccia risale ai tempi dei latini e degli antichi romani, pare che anche l’imperatore Nerone la servisse ai suoi ospiti. La tradizione moderna della porchetta di Ariccia, oggi prodotto IGP, la vede legata al principe Agostino Chigi e alle battute di caccia che si svolgevano nel parco della Villa.
Ha scritto per noi Sulle Strade del Mondo