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Sette chiavi di lettura diverse per conoscere Roma: le biblioteche storiche

Senza biblioteche, scriveva Ray Bradbury, “non abbiamo né passato né futuro”, e non è certo un caso se tutte le grandi civiltà antiche si sono preoccupate di preservare il proprio sapere e la propria memoria. Centri di cultura e custodi di un patrimonio sconfinato, le biblioteche storiche di Roma sono un meraviglioso microcosmo dove convivono e si intrecciano libri, arte, storia e architettura. Parlano di come siamo e di come eravamo e ci permettono di “leggere” Roma in un modo diverso dal solito.

Ve ne presentiamo sette per scoprire insieme a noi la loro origine, la loro storia e la loro bellezza, spesso poco nota perché fuori dai consueti itinerari turistici.

#1 Biblioteca Angelica

Aperta nel lontano 1604, è una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo, un primato condiviso con l’Ambrosiana di Milano e la Bodleian Library di Oxford. La sua sede è nell’ex convento dei padri agostiniani, un palazzo poco appariscente a fianco della Chiesa di Sant’Agostino,  ristrutturato alla metà del Settecento dall’architetto Luigi Vanvitelli. Il suo salone di lettura, chiamato “vaso” Vanvitelliano, è circondato da un’alta scaffalatura lignea e colpisce per la sua bellezza fuori dal comune. Al suo interno sono conservati circa 200mila volumi, la metà dei quali appartenenti al “Fondo antico”, con manoscritti, incunaboli (le prime stampe fino al 1500), cinquecentine (le edizioni a stampa del XVI secolo), testi dedicati a Sant’Agostino, alla cartografia e ai viaggi di Cristoforo Colombo. 

#2 Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana

Tra Villa Farnesina e l’Orto botanico di Roma, ospitata in uno dei più splendidi palazzi nobiliari romani – il quattrocentesco Palazzo Corsini ampliato nel Settecento da Ferdinando Fuga e oggi sede anche della Galleria Nazionale di Arte Antica – la biblioteca deve il suo nome alle due principali collezioni che vi sono conservate: la raccolta libraria dell’Accademia dei Licei e quella dei principi Corsini. Tra le perle del suo patrimonio, che conta più di 500mila volumi e trecento manoscritti, oltre a una prima edizione della Divina Commedia e alla prima edizione a stampa del “De architectura”, anche un manoscritto autografo di Galileo, membro dell’accademia scientifica – la più antica al mondo – fondata nel 1603 da Federico Cesi: “Galileus Galileus Linceus Vincentii filius Florentinus etatis mee anno 48 salutis 1611 manti propria scripsi”. 

#3 Biblioteca Casanatense

Inaugurata il 3 novembre 1701 in un edificio costruito nell’area di un chiostro di Santa Maria sopra Minerva, la biblioteca deve il suo nome al cardinale Girolamo Casanate, che donò la sua raccolta di libri al convento della chiesa. La statua in marmo bianco del cardinale veglia ancora oggi sul grande ed elegante salone monumentale a volta, che ospita parte dei 400mila volumi qui conservati, tra cui seimila manoscritti e oltre duemila incunaboli. Il doppio ordine di scaffalature lignee lungo le pareti è scandito ancora oggi da cartigli dorati, sui quali sono leggibili le indicazioni delle diverse scienze e discipline. I libri sono infatti organizzati alla maniera antica, dalle sacre scritture fino agli argomenti considerati allora meno degni, come la poesia, la letteratura, la storia. 

#4 Biblioteca Hertziana

A pochi passi dalla scalinata di Trinità dei Monti, lo spaventoso mascherone di pietra di Palazzo Zuccari fa da ingresso a uno dei più importanti luoghi al mondo per la conservazione di libri e fonti per la storia dell’arte, dai rari incunaboli alle edizioni interamente digitali. Chiamata così dalla sua fondatrice Enriette Hertz e istituita nel 1913, la biblioteca è gestita e finanziata dal governo tedesco tramite l’istituto di ricerca Max Planck ed è una delle più moderne di Roma: nella nuova struttura trasparente e luminosa progettata dall’architetto Navarro Baldeweg e inaugurata nel 2013, le sale di lettura sono distribuite intorno a un cortile, con ballatoi digradanti che richiamano i giardini terrazzati che secondo le fonti ornavano l’antica Villa di Lucullo, i cui resti sono stati ritrovati nel sottosuolo durante i lavori di ampliamento.  

#5 Biblioteca Lancisiana

Fondata nel 1711 dal medico Giovanni Maria Lancisi e dedicata allo studio della storia della medicina, la biblioteca è ospitata all’interno del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, nel piano nobile del cinquecentesco Palazzo del Commendatore. La sala di lettura è arredata con “armari” settecenteschi e presenta sulla volta un magnifico affresco del Settecento. Una finestrella posta dietro a una delle pareti della libreria consentiva ai vari Commendatori che gestivano l’Istituto di controllare il personale addetto all’assistenza dei malati. Del ricchissimo corpus della biblioteca, che conta quasi 20mila volumi, fa parte il codice miniato “Liber Fraternitatis Sanctis Spiritus in Saxia de Urbe”, con migliaia di firme autografe di papi, re, nobili e persone comuni, che entravano a far parte della Confraternita Ospitaliera di Santo Spirito, divenendo benefattori a vita dell’Ospedale.

#6 Biblioteca della Società Geografica Italiana

Affacciata sui giardini di Villa Celimontana, la biblioteca è ospitata dal 1924 dentro Palazzetto Mattei, una splendida villa realizzata da Jacopo del Duca nella seconda metà del Cinquecento e arricchita da pitture neoclassiche sacre e profane, e da un mosaico romano del III secolo d.C. inserito nell’edificio durante i restauri ottocenteschi. Altamente specializzata, la biblioteca è il fiore all'occhiello della Società Geografica Italiana e nel suo genere è la più importante d’Italia e tra le maggiori d’Europa. Il suo prezioso patrimonio include oltre 400mila volumi, tra cui testi antichi, opere a stampa, rari manoscritti di viaggi dal Cinquecento all’Ottocento, oltre a una strabiliante cartoteca con carte geografiche manoscritte cinesi e giapponesi. 

#7 Biblioteca Vallicelliana

La nascita della biblioteca, già documentata nel 1581, rispecchia la particolare attenzione per i libri della congregazione fondata da Filippo Neri: in base alla Regola, i pasti dovevano essere infatti accompagnati dalla lettura di un testo religioso. La sua sede attuale è al secondo piano dell’Oratorio dei Filippini, accanto alla chiesa di Santa Maria in Vallicella: per la sua costruzione fu chiamato nella prima metà del Seicento Francesco Borromini, che progettò un edificio complesso simile a “un corpo umano con le braccia aperte”. Nella grande sala rettangolare illuminata da sedici finestre, una grande scaffalatura lignea del Seicento ospita parte dei circa 130mila volumi posseduti dalla biblioteca, mentre il soffitto in legno e stucco, decorato con tele monocrome, crea un singolare effetto marmoreo. Nello scalone monumentale è possibile ammirare un’altra importante opera del barocco romano, l’altorilievo di Alessandro Algardi che raffigura l’incontro di Papa Leone I e Attila.

In copertina: Biblioteca Angelica - Foto turismoroma

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