Non è solo un sito archeologico che raccoglie alcune delle meraviglie di Roma ma anche una grande area verde nel cuore della città, un’isola di biodiversità da proteggere, per esempio, con iniziative ispirate alla green economy. Così, dopo le arnie del progetto “GRABees - Il Miele di Roma” e l’olio EVO frutto di ben 189 ulivi, il Parco archeologico del Colosseo è pronto ad accogliere un antichissimo vitigno autoctono: l’uva pantastica di cui parla Plinio e da cui deriva il vino Bellone, tipico della provincia di Roma.
La viticultura è sempre stata importantissima per tutte le grandi civiltà antiche e i Romani – eccellenti viticoltori – non fecero eccezione. Anzi, insieme con il il fico e l’ulivo, la vite era proprio una delle piante simbolo della cultura romana. Il nuovo piccolo vigneto ha trovato casa sul colle Palatino, nella “Vigna Barberini” che deve il suo nome alla famiglia romana che nel Seicento ne deteneva la proprietà, in un’area che accoglie già, tra le piante da frutto, il fico sacro delle origini. Le prime bottiglie di vino saranno pronte tra tre anni: il vino non sarà un prodotto commerciale ma incarnerà lo spirito etico e innovativo del Parco archeologico, comunicandone i valori più profondi.