
Chiamato anche “cimarolo” o “mammola”, il carciofo romanesco è da sempre considerato il re dell’orto e fiore all’occhiello della cucina capitolina.
Prodotto per lo più lungo il litorale laziale, è una pianta originaria dei paesi del Mediterraneo orientale, le cui origini sono avvolte dal mistero. Molti sostengono che a iniziarne la coltivazione furono gli Egizi, altri che siano stati gli Etruschi, come sembrerebbero testimoniare le raffigurazioni parietali di foglie di carciofo in alcune tombe della necropoli etrusca di Tarquinia. Fatto sta che accenni al carciofo si rintracciano già nella storia greca e romana.
Ma è solo dopo gli anni ‘40 e ‘50 che il carciofo comincia a diffondersi sulle tavole dei romani e che gli vengono dedicate sagre come quella di Ladispoli in cui viene celebrato da oltre mezzo secolo.
Ortaggio estremamente versatile, alimento cardine della dieta mediterranea con indiscusse proprietà salutari e depurative, può essere consumato crudo, tagliato a fettine e condito con olio e limone, oppure “alla romana”, cotto a fuoco lento e condito con pangrattato, aglio, prezzemolo, pepe e abbondante olio.
Il suo destino, però, è legato a doppio filo alla cucina giudaico-romanesca e alla comunità ebraica di Roma che ne ha fatto il protagonista di molti piatti tradizionali e l’ingrediente essenziale di una gastronomia dalla storia millenaria.
Tramandate di generazione in generazione nel corso dei secoli, le gustose ricette della cucina ebraico-romanesca hanno un carattere prevalentemente familiare. Nel tempo, la tradizione che ne è scaturita si è adattata alla cultura e ai prodotti locali, dando vita a piatti unici dal sapore inconfondibile.
Non a caso, una tra le pietanze nate da questa fortunata fusione è il carciofo “alla giudìa” doppiamente fritto nell’olio bollente e dalle foglie belle croccanti. Una vera leccornia che nel tempo ha confermato e rinsaldato un legame ormai inscindibile tra la Capitale, la comunità ebraica e questa saporita eccellenza del Made in Italy, star indiscussa del Festival del Carciofo romanesco, giunto alla terza edizione.
Per quattro giorni sulle tavole di oltre 20 ristoranti del quartiere ebraico e dei rioni storici di Trevi e Ripa, e a Campo de’ Fiori, trovano posto i piatti a base di carciofi che seguono le ricette tradizionali o l’inventiva degli chef.
Ogni ristorante propone menù ad hoc al prezzo standard di € 35,00 e propone delle degustazioni all’ingresso del quartiere ebraico. A rendere ancor più caratteristica la manifestazione il contesto circostante che evoca la romanità più genuina, con gli stornelli dei figli di Alvaro Amici e le esibizioni di artisti di strada.
Ortaggi che passione: i carciofi!

Il principe "verde" della cucina romana
La tradizione in tavola: la cucina ebraico-romanesca

Antico quartiere ebraico


Informazioni
Dal 7 al 10 aprile 2024
