
La serata all’Auditorium Parco della Musica, a cura della Fondazione Musica per Roma e della Fondazione De Sanctis, si inserisce nell’ambito della quarta edizione di Lezioni di Letteratura: sono nove incontri tenuti da scrittori e intellettuali che raccontano al pubblico i testi a loro più cari dandone un’interpretazione personale.
Si tratta di un’occasione speciale per rileggere e riscoprire i grandi classici della letteratura mondiale e le opere contemporanee, per riflettere grazie a essi sui grandi temi universali e renderli strumenti utili per comprendere il presente, attraverso la voce di artisti contemporanei. In programma alcune tra le opere e gli autori più celebri della letteratura, da Luciano Bianciardi a Svetlana Aleksievic, da Dante Alighieri e Giacomo Leopardi a Emily Brontë.
Con Eraldo Affinati - scrittore e docente - possiamo immergerci nella bellezza e nel fascino dei versi de L'Infinito di Giacomo Leopardi, un capolavoro letterario che rappresenta un canto alla vita, all'universo e all'infinita grandezza che ci circonda.
Il poeta, nella sua opera infatti, riesce a catturare l'essenza dell'eternità, invitandoci a un dialogo con l'infinito, a contemplare la vastità del cielo e l'immensità dell'universo, inducendo nel lettore una riflessione sulla fugacità della vita umana e sul desiderio di conoscenza insito in ciascuno di noi.
La lirica, composta da 15 endecasillabi sciolti, è una delle più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. Pubblicata per la prima volta nel 1825 in una rivista bolognese, subito dopo venne inclusa nell'edizione dei Versi del 1826, come parte di una serie di sei Idilli. Nel piccolo poggio che si apre sulle colline maceratesi fino ai monti Sibillini, in un pomeriggio del 1819, un Giacomo Leopardi allora ventunenne, saliva lungo la strada di Santo Stefano accanto al suo giardino fino al monte Tabor. Con alle spalle Recanati, il poeta si abbandonava alla descrizione di un paesaggio vasto, descrivendo le sue più profonde emozioni, con la sensazione che l'apparente infinito di quella distesa naturale si dilatasse ancora di più.
Quei suoi versi sarebbero diventati una delle poesie più amate della letteratura italiana.
Foto: sito ufficiale dell'Auditorium Parco della Musica
Informazioni
Lunedì 15 aprile 2024 ore 19.30
