La chiesa sorge nel rione di Trastevere e viene menzionata per la prima volta agli inizi del XII secolo in una Bolla di Papa Calisto II con il titolo di San Silvestro. Nel 1445, sotto Papa Sisto IV, venne aggiunto il nome di Santa Dorotea, giovane martire decapitata a Cesarea di Cappadocia (Turchia) sotto la persecuzione di Diocleziano (284-305). Le reliquie della Santa sono attualmente conservate nell’urna sotto l’altare maggiore.
L’edificio fu radicalmente ristrutturato tra il 1750 e il 1756 da Giovanni Battista Nolli, maestro del giovane Piranesi e autore della “Nuova Pianta di Roma”, pubblicata nel 1748, prima pianta della città misurata e rappresentata con esattezza scientifica.
La facciata concava a un ordine della chiesa è segnata da alte coppie di paraste con capitelli ionici fra le quali apre il portale d’ingresso con timpano centinato. L’interno è a navata unica con sei cappelle laterali.
Sia la navata, sia il transetto sono coperti con volta a botte affrescata con le Storie di Santa Dorotea e dei santi francescani di Gaetano Bocchetti. Nell'abside si trova la la pala che raffigura i SS. Silvestro e Dorotea che venerano la Vergine Maria, di Michele Bucci (sec. XVII), all'interno del quale è inserito il quadro della Madonna del Divino Amore.
Foto: Chiesa dei SS. Silvestro e Dorotea profilo Facebook
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