Dedicata al santo pellegrino e taumaturgo di Montpellier, la chiesa nacque per iniziativa della Confraternita degli Osti e dei Barcaroli dell’antico porto fluviale di Ripetta, riconosciuta nel 1499 da papa Alessandro VI. La costruzione della chiesa era parte di un’opera più vasta perché a essa venne aggiunto già nel 1500 un ospedale per aiutare i malati di peste, di cui appunto san Rocco era protettore.
A metà del Seicento, in seguito alla scoperta di un antico affresco della Madonna ritenuto miracoloso, la chiesa fu quasi completamente riedificata su progetto di Giovanni Antonio De Rossi, al quale si devono la sacrestia, la cupola e la nuova elegante cappella, a pianta ellittica e cupoletta, della “Madonna delle Grazie”. La facciata fu invece costruita da Giuseppe Valadier nel 1832 ed esemplifica il neoclassicismo della Restaurazione, che qui recupera la tipologia delle chiese veneziane di Palladio.
L’interno è a una sola navata con tre cappelle intercomunicanti su ogni lato. Tra i dipinti si ricordano la Madonna con Bambino e i santi Rocco e Antonio abate di Baldassarre Peruzzi, estesamente restaurato da Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia, e il grande dipinto di Giacinto Brandi con San Rocco in gloria del 1674, posto sull’altare maggiore. Nella prima metà del Settecento le cappelle furono impreziosite da una decorazione in marmo; della stessa epoca è anche la bella cantoria di legno intagliato e dorato sopra la porta.
Su un fianco della chiesa si trova un altissimo idrometro, una colonna che misura il livello delle acque del Tevere nelle fasi di piena, con le date delle varie inondazioni del Tevere. L’idrometro è l’unico rimasto dei cinque che un tempo erano collocati nel porto di Ripetta. Tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, l’area a ridosso del Tevere in cui la chiesa sorge cambiò infatti radicalmente volto, con la demolizione del porto di Ripetta nel 1890 per la costruzione dei muraglioni di contenimento del fiume e del nuovo Ponte Cavour, e poi con i lavori per l’isolamento del Mausoleo d’Augusto tra il 1934 e il 1938. In questi anni fu anche demolito l’ospedale, popolarmente noto come “ospedale delle celate” per l’assistenza offerta alle partorienti nubili, che qui venivano accolte con il volto coperto e in totale anonimato.
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