La facciata con cui si apre sulla strada, stretta tra due edifici di quello che un tempo era il suo monastero, risale al Settecento ma questa piccola chiesa del Rione Monti è una delle prime diaconie romane e ha quindi origini antichissime: fu infatti forse fondata o restaurata nel V secolo da Flavio Ricimero, comandante di origine germanica dell’Impero d’Occidente, e divenne da subito un centro di raduno della comunità gotica di Roma, che professava il culto ariano. Un secolo dopo, sconfitto definitivamente l’arianesimo con la fine delle guerre gotiche, la chiesa passò alla comunità cattolica e fu riconsacrata da Papa Gregorio Magno con il titolo di Sant’Agata, una delle martiri più famose dell’antichità cristiana. Tra il VII e l’VIII secolo fu restaurata sotto papa Leone III e probabilmente fu proprio in questa occasione che venne costruito il monastero benedettino, i cui ultimi resti medioevali andarono distrutti nel 1926 per la costruzione della Banca d’Italia.
Varcando il portale d’ingresso, sormontato da un rilievo in stucco settecentesco che raffigura la santa tra due cherubini, una doppia rampa di scale conduce a un quadriportico, al centro del quale si trova un bel pozzo cinquecentesco. Lo stemma mediceo che lo orna fa ritenere che sia stato costruito in occasione della visita di Clemente VII de’ Medici al nipote Nicolò Ridolfi, che era cardinale rettore della chiesa.
L’interno, a tre navate divise da 16 colonne antiche, conserva in parte la struttura originaria, con aggiunte barocche e ottocentesche. Del Seicento è per esempio il soffitto a cassettoni, con disegno attribuito a Domenico Castelli, che nel 1633 aveva diretto i lavori di realizzazione dell’apparato decorativo interno per conto del cardinale Francesco Barberini. Al centro della navata centrale si può ancora ammirare parte del prezioso pavimento cosmatesco fatto realizzare nella seconda metà del Quattrocento dal cardinale Francesco Gonzaga, al quale il papa aveva affidato il complesso monastico. Sull’altare maggiore si trova un ciborio del XII secolo, con quattro colonnine in pavonazzetto, decorazioni cosmatesche e copertura a tempietto. L’affresco nel catino absidale, con la Gloria di Sant’Agata, fu realizzato nel 1636 in sostituzione di un antico mosaico andato distrutto in un crollo nel Cinquecento.
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