La chiesa medievale di San Nicola in Carcere si erge nella zona dell’antico Foro Olitorio, nel luogo in cui, nel periodo della Roma repubblicana, sorgevano tre templi, trasformati in prigione durante il Medioevo (da qui il nome "in carcere").
Costruita nel 1128 (come ricorda l’iscrizione sulla facciata), fu dedicata a San Nicola, poiché nell’area viveva la comunità greca particolarmente devota al santo. La piccola piazza del Foro Olitorio, con al centro i tre templi di Giano, di Speranza e di Giunone Sospita, era adibita a mercato delle erbe e delle verdure. La chiesa fu costruita prima del secolo XI da Papa Pasquale II e fu quasi interamente riedificata ed arricchita nel 1599, ad opera dell'architetto Giacomo Della Porta. Ulteriormente restaurata e decorata durante il pontificato di papa Pio IX nel 1865, fu liberata nel 1932 dai fabbricati che le erano addossati, così da mettere in luce i resti degli antichi templi.
La basilica rispetta ampiamente i canoni architettonici utilizzati per la costruzione delle antiche chiese romane: le tre navate sono divise da quattordici colonne, diverse per materiale e per dimensioni, tutte provenienti da antichi templi, che esprimono, nonostante ciò, una mirabile armonia. All'interno si possono ammirare le meravigliose opere del Guercino ("Trinità ed Angeli"), di Antonio Romano ("Madonna con il Bambino") e di Lorenzo Costa ("Ascensione").
I tre templi sono tuttora parzialmente visibili essendo stati inglobati nella chiesa. Il tempio meridionale, di ordine dorico, forse dedicato alla Speranza, era il più piccolo. Costruito durante la prima guerra punica, fu restaurato e rifatto più volte: nel 212 a.C., all’inizio del I secolo a.C., in età augustea e in età adrianea. La cella per il culto era circondata da colonne, di cui sei sulla facciata, in travertino stuccato. Di esso sono oggi visibili alcune delle colonne laterali, inserite sulla parete sinistra della chiesa.
Al centro tra due templi, esattamente sotto la chiesa, si trova probabilmente il tempio più recente e il più grande dei tre. Era esastilo, periptero, di ordine ionico, con triplice fila di colonne sulla fronte, duplice sul lato posteriore. I resti sono visibili nei sotterranei della chiesa, nei pressi dell'abside, oltre alcune colonne nella zona anteriore. Molto probabilmente il tempio era dedicato a Juno Sospita, Giunone protettrice delle nascite. Costruito all'inizio del II secolo a.C. da C. Cornelio Cetego, fu rifatto all'inizio del I a. C. e ancora restaurato in epoca augustea ed adrianea.
Il tempio ionico, il più settentrionale dei tre, è anche il meglio conservato; attualmente si trova sulla destra di San Nicola in Carcere. Era esastilo, periptero, senza colonnato posteriore; rimangono sette colonne su un lato e due sull'altro, ancora ben visibili. Di discrete proporzioni, sorgeva su podio di media altezza, preceduto da gradinata; le colonne con basi e capitelli sono in peperino, l'architrave e il fregio in travertino. Probabilmente il tempio era dedicato a Giano. Costruito in età repubblicana da C. Duilio durante la I guerra punica, fu rifatto all'inizio del I secolo a.C., restaurato in età augustea, tiberiana e adrianea.
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