Situata all’incrocio tra via XX Settembre e largo di Santa Susanna, la chiesa di Santa Maria della Vittoria rappresenta uno fra i più importanti esempi del periodo barocco a Roma.
Il progetto fu affidato all’architetto Carlo Maderno che la edificò tra il 1608 e il 1620. Costruita dapprima come cappella dedicata a San Paolo dai Carmelitani Scalzi, deve il suo titolo alla vittoria dell'esercito cattolico contro i Boemi nella battaglia della Montagna bianca, presso Praga, l’8 novembre 1620. In un momento critico della battaglia, intervenne nel combattimento Padre Domenico di Gesù e Maria, cappellano generale dell'esercito. Appesa al collo aveva un’immagine che rappresentava Maria in adorazione del Bambino. Dal ritratto furono visti uscire dei raggi di luce che abbagliarono gli avversari, costringendoli alla fuga.
L'8 maggio del 1622, l’immagine miracolosa fu trasportata nella chiesa, che da allora fu dedicata alla Vergine Maria della Vittoria.
La facciata, in travertino, fu costruita nel 1626 su disegno di Giovan Battista Soria e a spese del Cardinale Scipione Borghese, in cambio della statua dell’Ermafrodito dormiente, rinvenuta nel 1608 durante gli scavi delle fondamenta della chiesa.
L’interno, a croce latina, presenta una sola navata con volta a botte e tre cappelle per lato. Per le decorazioni, Maderno studiò uno stile semplice adottato dalla Riforma nelle altre chiese dell’Ordine. Ma la vittoria della Montagna Bianca ne cambiò totalmente il destino.
Maderno, allora, grazie alle numerose offerte arrivate da tutte le corti d’Europa desiderose di celebrare la vittoria, la ornò di stucchi bianchi e dorati in pieno stile barocco. Le pitture della volta e della cupola furono eseguite da Giandomenico Cerrini e quella dell’abside da Luigi Serra.
Le Cappelle, cinte da archi decorati con marmi, angeli e putti, sono separate da pilastri con capitelli corinzi dorati. Alle famiglie nobili che lo desideravano, fu concesso il patronato sulle cappelle, a patto che ogni famiglia provvedesse a ornarle riccamente, per uniformarsi allo stile della chiesa. Il risultato fu la creazione di magnifici scrigni d’arte.
Tra queste emerge quella della famiglia del Cardinal Federico Cornaro commissionata al grande scultore Gian Lorenzo Bernini che la dotò del il notissimo gruppo scultoreo raffigurante l’Estasi di santa Teresa d’Avila. La scultura, in marmo e bronzo dorato, fu eseguita tra il 1647 ed il 1652, e rappresenta un momento della vita di Santa Teresa d'Avila. Nella sua autobiografia, la Santa racconta la visione vivida di un Angelo che le trafisse il cuore con una freccia d'oro, provocandole immensa gioia ma, al tempo stesso, un grande dolore.
Ancora oggi, l’opera, incanta i fedeli e i visitatori per la costruzione scenica che vede la santa sospesa al centro di una bianchissima e soffice nuvola. Ai lati della scultura, i membri della famiglia proprietaria della cappella osservano la scena comodamente seduti all’interno di nobili palchetti come se fossero in un teatro.
Nella chiesa, sono presenti anche opere di Guercino, di Nicolas Lorrain e di Domenichino.
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