Scomparso cinquant’anni fa, il 9 ottobre 1972, Giuseppe Capogrossi è stato uno dei padri della della pittura informale e dell’arte italiana del Novecento, celebrato alla Biennale di Venezia del 1954 con una memorabile sala personale. La mostra alla Galleria Nazionale riporta a Roma la sua opera dopo oltre 20 anni, dando avvio alle iniziative in omaggio all’artista che proseguiranno con una mostra diffusa sul territorio italiano, coinvolgendo circa 25 musei e istituzioni.
Curata da Francesca Romana Morelli, l’esposizione permette di ripercorrere con accostamenti liberi e svincolati dalla cronologia di esecuzione il cammino di Capogrossi, presentando al pubblico una selezione di oltre trenta dipinti e una ventina di opere su carta provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale, sede del più cospicuo nucleo di opere dell’artista, dalla Fondazione Archivio Capogrossi e da collezioni private. Tra le opere esposte, l’iconica Superficie 274 (1954), Autoritratto con Emanuele Cavalli (1927 circa), Paesaggio invernale (1935), ripreso dalla terrazza di una palazzina del quartiere Prati, dove Capogrossi aveva il suo studio, l’essenziale ed enigmatica Superficie 538 (1961) o il grande arazzo Astratto (1963), ideato per la Turbonave Michelangelo. Una sala è dedicata ai Rilievi bianchi, realizzati dall’artista negli anni Sessanta, che dimostrano la sua inesauribile volontà di sperimentazione.
Completano l’esposizione documenti d’archivio provenienti dai fondi documentari dell’artista conservati nell’Archivio della Galleria e presso la Fondazione, come ritratti fotografici di Capogrossi con personaggi di spicco dell’epoca, cataloghi di mostre, riviste, lettere e articoli di giornale, che ricostruiscono le relazioni intessute dall’artista.
Foto lagallerianazionale.com
Informazioni
Dal 20 settembre al 6 novembre 2022
Dal martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00
Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura
Chiuso il lunedì
Per aggiornamenti e modalità di visita consultare il > sito ufficiale.