Parco archeologico di Centocelle

Il vasto parco urbano alla periferia est di Roma, a sud dell’omonimo quartiere, rappresenta una risorsa culturale, ambientale e paesaggistica di straordinario valore. È sede di innumerevoli presenze archeologiche, a testimonianza della frequentazione dell’area fin dalle epoche più antiche, e comprende tre importanti ville di epoca romana: la villa cosiddetta “ad duas lauros”, la “Villa della Piscina” e la “Villa delle Terme”.

Alla fine dell’Ottocento, dopo l’unità d’Italia, nell’area fu costruito il Forte Casilina, uno dei forti del Campo Trincerato per la difesa della città. Pochi anni dopo, nel 1909, in occasione della venuta a Roma di Wilbur Wright, uno dei leggendari fratelli pionieri del volo, il Club Aviatori di Roma prese in affitto il cosiddetto Pratone di Centocelle per ospitare evoluzioni e dimostrazioni aviatorie; proprio qui, all’inizio degli anni Venti, fu costruito il primo aeroporto d’Italia. Una volta dismesso l’aeroporto, l’area fu oggetto di grandi progetti urbanistici fin dalla redazione del Piano Regolatore del 1962, che ne prevedeva l’edificazione nell’ambito del Sistema Direzionale Orientale (SDO). Grazie al vincolo archeologico apposto nel 1992, l’Amministrazione Comunale decise di destinare l’intera area alla creazione di un nuovo parco urbano definito soprattutto dalla presenza delle tre ville romane.

Di queste, la più famosa è la villa cosiddetta “ad duas lauros”: il complesso presenta diverse fasi costruttive che vanno dall’età repubblicana fino all’epoca tardo-antica, quando la villa toccò la massima espansione arrivando a occupare quasi due ettari, con un giardino decorato con sculture come l’erma bifronte rinvenuta durante gli scavi. Importante anche la cosiddetta Villa della Piscina, composta appunto da una spettacolare piscina della fine del I-inizio II secolo d.C. La terza villa è stata denominata Villa delle Terme perché la parte con gli ambienti termali è l’unica dell’originario complesso che si è salvata dalle distruzioni provocate dalle moderne cave per l’estrazione di pozzolana. La struttura è ancora ben conservata anche in alzato, con resti pavimentali tra cui spicca un mosaico con la raffigurazione di un pettirosso.