La mostra, a cura di Maria Giovanna Sarti, nasce in occasione del prestito della Ninfa e pastore, opera autografa realizzata da Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1490 circa - Venezia, 1576), intorno al 1565, concessa dal Kunsthistorisches Museum di Vienna nell’ambito di un programma di scambio culturale tra quest’ultimo e la Galleria Borghese.
Grazie a questa circostanza, si viene a creare un dialogo tra l’opera di Vienna e i dipinti del grande maestro veneto presenti alla Galleria, riguardo ad alcuni temi fondamentali presenti in maniera costante nella sua produzione, come una sorta di fil rouge che unisce le opere degli inizi fino a quelle dell’ultimo periodo: la Natura, intesa come paesaggio ma anche luogo delle azioni umane; l’Amore, considerato nelle sue diverse forme, di amore divino, terreno, matrimoniale, personificato da Venere o da una Ninfa, oppure da una fanciulla o da una sposa. Infine il Tempo, che, scandendo la vita dell’uomo, ne regola il ciclo assimilandolo all’armonia dell’Universo.
In questo senso la tela prestata dal museo viennese, una delle ultime del maestro, rappresenta una summa dell’arte di Tiziano, essendo un’allegoria amorosa e musicale di Ninfa e pastore che allude al legame armonioso tra Natura e Amore, facenti parte del ciclo della Vita.
L’esposizione si snoda nella sala XX, al primo piano del museo, dove sono già esposti dipinti di scuola veneta e di Tiziano. La disposizione di Amor sacro e Amor profano e di Venere che benda Amore – posti uno di fronte all’altro – ha suggerito la collocazione di Ninfa e pastore lungo l’altro asse, di fronte a Le tre età sulla parete opposta, qui nella replica di Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato che, nel corso del Seicento, copia (forse proprio per i Borghese), una versione presente a Roma del dipinto di Tiziano. Ninfa e pastore infatti rappresenta la stessa riflessione del dipinto posto di fronte, sull’amore, la natura e sul tempo che scorre e tutto cancella.
A corollario di questo dialogo, i visitatori trovano l’Adamo ed Eva di Marco Basaiti, e altri due dipinti di Tiziano, il Cristo flagellato e il San Domenico, cronologicamente vicini ai dipinti più tardi del pittore presenti in sala. Completa la mostra il dipinto, prima riferito a un prototipo del Veronese, ma attualmente ritenuto una tarda derivazione da un modello tizianesco perduto, raffigurante Venere, Amore e un satiro, che fa da pendant a Venere che benda Amore.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Art’em, con una prefazione della direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e con i testi della curatrice Maria Giovanna Sarti.
Foto: sito ufficiale della Galleria Borghese
Informazioni
Dal 14 giugno al 18 settembre 2022
Dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle ore 17.45
Chiuso il lunedì
Per aggiornamenti e modalità di visita consultare il sito ufficiale.