I Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali ospitano la nuova mostra che celebra il bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, ripercorrendo il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma, annessa all’Impero tra il 1809 e il 1814, che Napoleone avrebbe voluto trasformare in una seconda Parigi.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 3 macro-sezioni e comprende oltre 100 opere – tra cui sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme e oggetti di arte cosiddetta minore – provenienti dalle Collezioni Capitoline e da importanti musei italiani ed esteri.
La prima macro-sezione evidenzia il rapporto tra Napoleone e il mondo classico. I modelli antichi venivano utilizzati per trasmettere messaggi di potere, buon governo e conquiste militari, fino alla divinizzazione della figura dell’imperatore. In mostra, opere antiche e moderne di eccezionale valore storico, che illustrano il percorso biografico di Napoleone e i suoi modelli e riferimenti culturali. Tra queste, citiamo il gesso di Louis Rochet per la statua di Napoleone cadetto a Brienne dal Musée d’Yverdon et Région (Yverdon-les-Bains); il bronzo raffigurante Alessandro Magno a cavallo dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e “Napoleone I Imperatore”, il grande bronzo di Lorenzo Bartolini dal Louvre, in cui Bonaparte è ritratto con la corona d’alloro e le fattezze di un imperatore romano.
Napoleone, come molti condottieri prima di lui, fece propria l’imitatio Alexandri. Si confrontò idealmente con altri imperatori come Augusto - presente con un ritratto in marmo proveniente dai Musei Capitolini - e Annibale, rappresentato nella copia moderna del cosiddetto Annibale del Quirinale.
La macro-sezione si chiude con la morte e l’apoteosi di Napoleone, considerato un eroe antico, ma anche santo e taumaturgo, come raffigurato nel celebre dipinto di A.J. Gros, Il generale Bonaparte visita gli appestati di Jaffa, presente in mostra attraverso l’incisione di A.C. Masson, dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio.
La seconda macro-sezione è dedicata al rapporto di Napoleone con l’Italia e Roma. Tre opere di particolare bellezza ne illustrano il ruolo come Re d’Italia: il gruppo scultoreo di Pacetti, "Napoleone ispira l’Italia e la fa risorgere a più grandi destini", dal Castello di Fontainebleau, e due ritratti da Milano (Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento). A seguire, l’installazione nella Grande Aula di un viale di cipressi, uno dei punti focali della mostra, riassume il vasto programma di trasformazione urbana che il Governo Napoleonico voleva applicare a Roma. L’istallazione è introdotta dal ritratto di Antonio Canova dai Musei Capitolini, anche autore del Busto di Pio VII – sempre dai Musei Capitolini - esposto nella sala dedicata al complesso rapporto che Napoleone ebbe con il Papato e la religione.
La sezione è completata da un articolato approfondimento sullo scavo della Basilica Ulpia: incisioni di Giuseppe Vasi, Angelo Uggeri, Giovan Battista Cipriani e disegni e dipinti dal Museo di Roma. Eccezionalmente esposti per la prima volta anche i tre progetti del 1812 di Giuseppe Valadier e Giuseppe Camporese, conservati all’Accademia di San Luca. Questi illustrano le tappe che portarono alla scoperta delle strutture della Basilica Ulpia e di importanti reperti scultorei, come le statue di Daci.
La terza macro-sezione approfondisce alcuni aspetti relativi alla ripresa di modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica, come quello dell’aquila romana, esemplificato in mostra dal vessillo del 7° Reggimento Ussari dal Musée de l’Armée di Parigi. La Campagna d’Egitto, fondamentale per Napoleone nell’approccio all’Antico, è raccontata attraverso alcune opere, come la stampa di Girardet dal Museo Napoleonico di Roma, raffigurante Il generale Napoleone Bonaparte alle Piramidi, e la statuetta in bronzo Bonaparte su un dromedario di C.J. Meurant, dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio.
La mostra celebra anche il percorso “Dall’Egitto a Babilionia, sulle orme di Alessandro Magno”, con cinque lastre del fregio con Il Trionfo di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, nella versione conservata nei Musei Civici di Pavia.
Lo sguardo su Roma riporta al modello per antonomasia: la Colonna Traiana. Dopo la realizzazione dei calchi voluti da Luigi XIV e giunti a Parigi nel 1671, questa straordinaria opera divenne fonte di ispirazione e imitazione per molti artisti francesi. Fu con Napoleone che la Colonna ebbe la sua imitazione più celebre e allo stesso tempo originale: la Colonna Vendôme a Parigi, celebrazione di un impero e di un imperatore e delle sue imprese militari.
La mostra si conclude con il famoso quadro Napoleone con gli abiti dell’incoronazione, dipinto da François Gérard nel 1805 e conservato ad Ajaccio, nel Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts: il dipinto raffigura l’imperatore al suo apice e rappresenta la sintesi più evidente dello straordinario uso che seppe fare dei simboli.
L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è a cura di Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Simone Pastor, Nicoletta Bernacchio. Organizzazione Zètema Progetto Cultura.
Informazioni
Riapertura dal 26 aprile 2021
al 30 maggio 2021, prorogata fino al 7 novembre 2021
Tutti i giorni 9.30-19.30
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
1 maggio
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