Una rara atmosfera medievale, un senso di antico, di luogo rimasto immutato nei secoli, pervadono la suggestiva e tranquilla piazzetta in cui sorge la Torre Margana, a due passi dal Campidoglio e dall’affollatissima piazza Venezia. Come la piccola piazza, la torre prende il nome dalla nobile famiglia dei Margani, le cui origini risalgono al XII secolo, un’epoca in cui le torri erano ancora un simbolo di prestigio e potere e la città appariva agli occhi dei suoi visitatori come “ferrigna e turrita”.
Raffigurata negli acquerelli ottocenteschi di Ettore Roesler Franz, le cui opere ci restituiscono l’immagine della città prima delle grandi trasformazioni urbanistiche del Novecento, la torre ingloba resti di un antico porticato romano ed è inserita in un complesso edilizio che si andò sviluppando tra il Trecento e il Cinquecento. Sappiamo infatti che nel 1305 Giovanni Margani entrò in possesso dell’antica torre e iniziò a edificare intorno a essa la propria residenza. Nel cortile a destra sono visibili i resti di una grande loggia realizzata nel Quattrocento; l’edificio fu poi successivamente ampliato con l’aggiunta di un portale del XVI secolo.
Oggi torre e palazzo sono più o meno della stessa altezza ma, come in altri casi, la torre era originariamente ben più alta. La colonna con capitello ionico incastonata nella muratura apparteneva probabilmente al porticato romano; di epoca romana sarebbero anche i due frammenti visibili tra la porta d’ingresso e la finestra, uno con un’aquila e l’altro con un motivo floreale e il fregio che borda il portale dell’ambiente più basso annesso. Le cronache raccontano che proprio di fronte all’ingresso della torre, in una sera del 1480, Pietro Margani fu ucciso da Prospero Santacroce per una faida medioevale tra le due famiglie romane che caratterizzò tutto il secolo.
Una passeggiata tra le mura, gli archi e le torri
Tor Millina
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