Con uno sfondo da cartolina in cui si scorge la Cupola di San Pietro, il suggestivo e romantico Ponte Sisto fu edificato dal pontefice Sisto IV della Rovere (1471-1484), in occasione del Giubileo del 1475, per permettere la comunicazione diretta piazza Trilussa nel Rione XIII - Trastevere e il Vaticano con il resto della città.
Anticamente, al suo posto si trovava un ponte romano, ormai troppo danneggiato, costruito forse da Agrippa, genero di Augusto e risalente al 12 a.C.
Nel 147, grazie ai restauri voluto da Antonino Pio, fu identificato come Ponte Aurelio (Pons Aurelius) o Ponte di Antonino (Pons Antonini).
Gravemente compromesso dall’alluvione e dalla successiva esondazione del Tevere del 792, fu chiamato Ponte Rotto fino alla completa ricostruzione del 1473.
Il ponte è costituito da quattro arcate rivestite in travertino, presenta al centro un’apertura circolare ed è decorato da cinque stemmi papali in marmo. Resta ancora irrisolto il problema dell’identificazione dell’autore del progetto, caduta l’attribuzione vasariana all’architetto fiorentino Baccio Pontelli (c.1450-1492) giunto a Roma solo dopo la sua costruzione.
Dopo l’Unità d’Italia, causa le crescenti necessità del traffico, nel 1877 fu deciso di aumentare la sezione del ponte aggiungendo lungo i fianchi due passerelle metalliche sospese su mensoloni su progetto di Angelo Vescovali (1826-1895). Nel corso del tempo, però, a causa della poca resistenza dei materiali utilizzati, ferro dolce e ghisa, le due strutture si sono deteriorate senza che fosse possibile effettuare alcun tipo di manutenzione.
Nel 2000, il progetto per il restauro del ponte fu affidato all’architetto Gaetano Miarelli Mariani che rimosse le strutture metalliche ottocentesche e fece realizzare nuovi parapetti restituendogli l’aspetto quattrocentesco anche grazie all’utilizzo di alcune parti originali in travertino.
Le due lapidi fatte apporre da Sisto IV per ricordare la costruzione del ponte furono rimosse per essere preservate dalle ingiurie del tempo. Al loro posto, sui nuovi parapetti antistanti via Giulia, fu eseguita la trascrizione dei testi.
Foto turismoroma
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