Oggi sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica insieme a Palazzo Corsini, Palazzo Barberini è il prototipo del palazzo barocco, frutto del lavoro dei più importanti architetti del Seicento: Carlo Maderno, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini.
Nel 1625, poco dopo essere stato eletto papa con il nome di Urbano VIII, Maffeo Barberini acquistò per i nipoti una villa sul colle Quirinale, già della famiglia Sforza, per farne una sede di rappresentanza adeguata alla potenza del casato. A essere incaricato della sua progettazione fu Carlo Maderno, che realizzò una struttura ad ali aperte, collegando con un braccio centrale la vecchia villa (l’ala Sforza) a una nuova ala. Il palazzo ebbe così una forma ad “H” assolutamente innovativa e risultava perfettamente inserito nell’ambiente circostante.
Si accede al palazzo da via delle Quattro Fontane, varcando la grande cancellata realizzata a metà dell’Ottocento. Sulla facciata porticata si innalza una finta loggia vetrata, disegnata con ogni probabilità da Gian Lorenzo Bernini, che subentrò a Carlo Maderno nella direzione del cantiere nel 1629. Le modifiche apportate rispetto al primitivo progetto e l’attribuzione di molte parti dell’edificio rimangono una questione controversa. Nel cantiere lavorò anche il giovane Francesco Borromini, nipote di Carlo Maderno, al quale sono riferibili alcuni particolari architettonici, per esempio le finestre del piano nobile nel corpo centrale.
Il fulcro del palazzo è il salone di rappresentanza: la grande volta fu affrescata da Pietro da Cortona con il Trionfo della Divina Provvidenza, un capolavoro di illusionismo con finte trabeazioni che incorniciano un cielo aperto, animato da scene che simboleggiano il buon governo e le virtù del papa e della sua famiglia. A questo ambiente monumentale si accede attraverso una scala a pozzo quadrato, progettata da Bernini, da un lato, e dalla straordinaria scala elicoidale a pianta ovale, probabilmente disegnata da Francesco Borromini. Sempre di Pietro da Cortona era il progetto del teatro, inaugurato nel febbraio 1632 con il Sant’Alessio di Stefano Landi e distrutto nel 1926 con l’apertura di via Barberini.
Numerose maestranze hanno lavorato alle decorazioni interne del palazzo fino alla metà del Settecento, quando l’ultima erede diretta, Cornelia Costanza, fece realizzare un appartamento in stile rococò all’ultimo piano. I discendenti della famiglia Barberini hanno abitato l’appartamento settecentesco del palazzo fino al 1955. Nel 1949, lo stato Italiano acquisì il palazzo per utilizzarlo come sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica, la cui collezione si formò a partire dalle donazioni di alcune famiglie nobili.
Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Barberini
Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini
Istituto Italiano di Numismatica
Informazioni
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