Popolarmente chiamata "fontanone di Ponte Sisto", la fontana di Piazza Trilussa venne fatta costruire nel 1613 da papa Paolo V Borghese (1605-1621) che ne affidò l’esecuzione a Giovanni Vasanzio e Giovanni Fontana.
Concepita come un arco monumentale con una nicchia centrale fiancheggiata da due colonne ioniche, la fontana presenta un alto attico sul quale giganteggia lo stemma della famiglia Borghese, con aquila e drago, e un’iscrizione celebrativa dedicata al pontefice, per aver condotto l’acqua anche sulla sponda sinistra del Tevere. In origine si trovava all’estremità di via Giulia, a ridosso dell’Ospizio dei Mendicanti edificato da papa Sisto V Peretti (1585-1590), e traeva le acque dall’acquedotto Traiano-Paolo. L’apparente incongruenza dell’epigrafe latina sull’attico ricorda come l’acqua condotta sul Gianicolo venisse portata oltre il Tevere per l’uso di tutta l’Urbe, grazie alla munificenza del papa.
Nel 1879, la fontana fu smontata per la realizzazione degli argini del Tevere dopo la disastrosa alluvione del 1870. Quasi la metà dei pezzi si ruppero o vennero suddivisi tra i vari magazzini comunali e, quando nel 1898 venne ricostruita in piazza Trilussa, come ricordato da un’altra iscrizione nella parete di fondo del nicchione, l’architetto Vescovali poté utilizzare soltanto quel poco che ne era rimasto. Il risultato fu comunque notevole: la fontana fu ricostruita in una posizione sopraelevata rispetto al piano stradale e sulla sommità di una gradinata di quindici scalini, perfettamente allineata all’asse Via dei Pettinari-Ponte Sisto e in collegamento visivo con l’imponente mostra dell’Acqua Paola, il cosiddetto "fontanone del Gianicolo", collocato sulla sommità del colle omonimo, e insieme al quale costituisce uno scenografico binomio legato al nome di Paolo V Borghese.
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