Un deserto sospeso tra sogno e memoria prende vita in Zzz…desert, un’installazione immersiva in cui il tempo sembra dilatarsi. Francesca Leone trasforma materiali di recupero in un paesaggio arido e onirico, popolato da rocce e rose vibranti, simboli di fragilità e resistenza. L’opera nasce da un ricordo d’infanzia: l’esperienza di accompagnare il padre, regista, sui set cinematografici. Qui, il deserto non è solo un luogo fisico, ma uno spazio interiore, un territorio di riflessione e trasformazione.
Nel silenzio sospeso della sala, il suono diventa parte integrante dell’opera. Le composizioni di Marco Turriziani - il ronzio delle api, il sussurro del vento, il riverbero metallico della materia - accentuano il senso di sospensione, amplificando la percezione di un paesaggio in bilico tra realtà e immaginazione.
Da oltre quindici anni, Francesca Leone esplora il valore della materia dimenticata, recuperando lamiere ossidate e superfici corrose da cantieri abbandonati e luoghi deserti. Attraverso un paziente processo di trasformazione, ciò che è scarto diventa opera, in un ciclo di riscoperta e rigenerazione. L’uso delicato del colore suggerisce una possibilità di rinascita, anche nel contesto più arido.
Con Zzz…desert, l’artista invita a un momento di pausa, un invito a prendersi cura: degli oggetti, delle relazioni, dell’ambiente. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla distrazione, il suo lavoro diventa un antidoto alla superficialità, una chiamata all’ascolto e all’osservazione, per riconoscere il valore della natura e la sua vulnerabilità.
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