La porta attuale fu costruita nel XVII secolo in sostituzione dell’antica Porta Portuensis (da cui deriva il nome moderno per deformazione), una delle porte meridionali delle Mura Aureliane, sulla riva destra del Tevere. Dalla porta, che era originariamente a due fornici e con due torri circolari, aveva inizio la via Portuensis, la strada romana che conduceva a Porto (l’odierna Fiumicino), l’agglomerato urbano sorto a nord di Ostia tra i porti di Claudio e di Traiano.
Nel 1643, quando Papa Urbano VIII Barberini commissionò agli architetti Giulio Buratti e Marcantonio De Rossi la costruzione delle Mura Gianicolensi per ampliare le Mura Leonine e proteggere il colle del Gianicolo, l’antica porta romana fu abbattuta e riedificata utilizzando in parte i materiali antichi un centinaio di metri più a nord. I lavori furono ultimati già l’anno successivo: nel frattempo però, Urbano VIII era morto e fu quindi il papa successivo, Innocenzo X Pamphilj, ad apporre il proprio stemma sopra il fornice della porta. Lo stile della porta si discosta dai canoni tradizionali: le maestose colonne sostengono una balaustra e ai lati del fornice sono presenti due nicchie vuote. Per la sua prossimità al porto di Ripa Grande, distrutto con la costruzione dei muraglioni del Tevere, la porta aveva del resto una funzione essenzialmente commerciale, come dimostra anche la presenza dell’arsenale pontificio e della casa del dazio ancora visibili verso il fiume
Il nome Porta Portese è legato al più famoso e frequentato mercato delle pulci di Roma, che si svolge ogni domenica, fin dall’ultimo dopoguerra, nello spiazzo subito fuori della porta, lungo la via Portuense e nelle immediate vicinanze fino a viale Trastevere.
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