I resti del tempio, costituiti da parte del podio e da due colonne con capitelli corinzi, vennero alla luce nel 1938 durante le demolizioni per l’allargamento di via delle Botteghe Oscure, nella zona tra Largo di Torre Argentina e Piazza Venezia. L’edificio sacro fu probabilmente fondato tra la fine del III e gli inizi del II secolo a.C. e fu devastato da un terribile incendio, descritto dallo storico Cassio Dione, che devastò Campo Marzio nell’80 d.C., durante il regno di Tito.
L’imperatore Domiziano, salito al trono l’anno successivo, ricostruì diversi edifici pubblici danneggiati dal fuoco e ne edificò di nuovi, trasformando radicalmente il tessuto urbanistico dell’area. Tra questi, vi fu certamente il tempio che fu interessato da importanti restauri.L’edificio, ricostruibile grazie ad un frammento della Forma Urbis, mappa marmorea della città tracciata sotto Settimio Severo, era periptero ed ottastilo, cioè circondato su tutti i lati da colonne di cui otto erano allineate sulla fronte, e vi si accedeva tramite una scalinata. Il tempio era inoltre circondato da un quadriportico che venne eretto probabilmente in epoca domizianea. Il muro della cella in laterizi, visibile insieme al basamento della statua di culto nelle cantine del palazzo su Via Celsa, appartiene ad un restauro dell’epoca di Domiziano.
Una moneta di Valentiniano III rinvenuta nel sito archeologico ha consentito di datare l’abbandono del tempio a partire dal 425 d.C. A questo seguì una fase di spoliazione e trasformazione tra il VI e VII secolo d.C., che vide l’area occupata da altre strutture non ancora identificate.
Foto: Sovrintendenza Capitolina
Area Sacra di largo di Torre Argentina
Piazza Venezia
Informazioni
Visibile solo dall'esterno (dalla strada).
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