Situato nel quartiere Testaccio, il Monte Testaccio, noto popolarmente come Monte dei Cocci, è una collina artificiale nella zona portuale dell’antica Roma, nelle vicinanze degli horrea (magazzini).
Il monte, alto 54 metri e con una circonferenza di circa 1 chilometro, era una vera e propria “discarica” di epoca romana, dove, nel tempo, furono sistematicamente scaricate e accumulate milioni di testae, cocci, in prevalenza frammenti di anfore usate per il trasporto delle merci scaricate nel vicino porto fluviale sul Tevere.
I frammenti venivano accatastati con la massima economia di spazio, utilizzando la calce per eliminare gli inconvenienti causati dalla decomposizione dell’olio. Un tale accumulo, sia in quantità che in altezza, fu possibile grazie a una prima rampa e a due stradelle, percorse dai carri.
Molte delle anfore frammentarie conservano il marchio di fabbrica impresso su una delle anse, mentre altre presentano i tituli picti, note scritte a pennello o a calamo con il nome dell'esportatore, indicazioni sul contenuto, i controlli eseguiti durante il viaggio e la data consolare.
Dal Medioevo, cessata la funzione di discarica, il Monte Testaccio divenne sede di manifestazioni popolari, dagli antichi giochi pubblici, come il ludus Testacie (una sorta di corrida), alle note "ottobrate romane" dell'Ottocento, feste di chiusura della vendemmia.
Nei secoli successivi, alla base della collinetta, furono scavate delle grotte, adibite a cantine e stalle (i cosiddetti "grottini"), oggi diventati ristoranti e disco-pub che animano la vita notturna di Roma.
Informazioni
L’ingresso al monumento è consentito a gruppi e associazioni, con guida propria, che devono provvedere alla prenotazione allo 060608 (tutti i giorni, ore 9.00-19.00).
Max 30 persone a visita.
Per i singoli visitatori, sempre previa prenotazione allo 060608, sono inoltre possibili visite individuali secondo un calendario specificato nella pagina > Monumenti del territorio
A partire dal 01/08/2024 il sito sarà temporaneamente chiuso al pubblico per l’avvio delle lavorazioni previste dal PNRR
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