Gioiello dei primi del Novecento, Villa Maraini sorge nel Rione Ludovisi sulla sommità di una collina artificiale – in un lotto di terreno all’epoca utilizzato come deposito per il materiale di scavo della odierna via Ludovisi e di detriti – ed è circondata da uno splendido giardino con ninfeo a forma di grotta.
Fu costruita tra il 1903 e il 1905 dall’architetto ticinese Otto Maraini per il fratello Emilio, industriale di successo, noto per aver introdotto in Italia la produzione di zucchero ottenuto dalle barbabietole. La costruzione si ispira alla tradizione delle ville suburbane con giardino, come Villa Medici o Villa Borghese, e si presenta come un monumentale ed elegante edificio di gusto eclettico con elementi neobarocchi. Gli interni sono ancora oggi magnificamente arricchiti da marmi preziosi, stucchi e affreschi, anche se parte della decorazione originale è andata perduta. Segno distintivo della villa è la Torre Belvedere alta 26 metri, di poco inferiore alla cupola di San Pietro in Vaticano. Dal suo terrazzo, con balaustre, vasi angolari e un’elaborata asta segnavento centrale, si gode una splendida vista panoramica su tutta Roma.
Su disposizione della vedova del proprietario, la contessa Carolina Maraini-Sommaruga, la villa passò nel 1946 alla Confederazione Elvetica: il mandato espresso in occasione della donazione fu che la villa fosse “perpetuamente al servizio della cultura, nel segno della collaborazione tra la Svizzera e l’Italia”. Oggi è oggi sede dell’Istituto Svizzero di Roma, che promuove lo scambio scientifico e artistico tra la Svizzera e l’Italia, oltre ad accogliere ogni anno giovani artisti e studiosi svizzeri. L’Istituto organizza regolarmente visite guidate all’interno della villa.
Foto turismoroma
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