L’origine della Villa è da far risalire alla preesistente Villa Benedetta, voluta da monsignor Elpidio Benedetti, amico e consigliere del Mazzarino, il quale la fece costruire seguendo il progetto di Plautilla Bricci.
La villa presentava una forma particolare da cui deriva il nome con cui oggi è ancora conosciuta: il Vascello. L’edificio, dalle grandi dimensioni, si sviluppava su tre piani più un mezzanino ed un attico. Dall’ingresso si raggiungeva un fabbricato con pianta a “T” irregolare che si innestava su un caseggiato di servizio.
La decorazione interna doveva essere all’epoca molto ricca: al piano nobile si trovavano ben tre gallerie ornate da specchi e trofei con pavimenti di maioliche bianche e nere e moltissime iscrizioni che riguardavano sentenze e proverbi.
All’interno della galleria principale ornata da un fregio si poteva ammirare una splendida volta affrescata con “l’Aurora” di Pietro da Cortona, “il Mezzodì” dell’Allegrini e “la Notte” di G. F. Grimaldi. Da una pianta datata 1850 è possibile risalire alla organizzazione del giardino che si apriva sul lato ovest del casino. Diversi viali conducevano ad un pergolato che terminava in corrispondenza di una bellissima fontana circolare, mentre dalla parte di via delle Fornaci si trovavano il fienile e la stalla.
Alla morte dell’abate Benedetti la proprietà passò a Filippo Giuliano Mancini, duca di Nevers, poi ai Giraud e ad altri ancora. Nel 1849 l’edificio costituì l’avamposto delle truppe garibaldine impegnate contro l’esercito francese, e trovandosi al centro della battaglia, rimase gravemente danneggiato come le ville della zona del Gianicolo - Corsini, Farnese e Spada. Della villa rimane oggi il particolare muro di cinta che include una facciata dal gusto naturalistico e preromantico, coperta da false grotte e un piccolo fabbricato a pianta quadrata.
Oggi la Villa del Vascello è divisa in due proprietà private.
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