Il Tempio della Pace, chiamato Foro della Pace soltanto a partire dall’epoca tardo-imperiale, fu costruito dall’imperatore Vespasiano tra il 71 e il 75 d.C. per commemorare la vittoria giudaica del 70 d.C.Si tratta di una grande piazza rettangolare circondata su tre lati da un portico e con un tempio sul lato di fondo, dedicato alla Pace. Sui lati settentrionale e meridionale del portico si trovavano due esedre rettangolari, una delle quali si conserva ancora sotto la Torre dei Conti. Ai lati del tempio erano quattro grandi aule, due per lato, dove probabilmente avevano sede anche delle biblioteche; uno di questi ambienti fu trasformato nel corso del VI secolo d.C. nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
Nell’aula attigua, interamente in laterizi, era affissa la Forma Urbis, la grande pianta di Roma eseguita al tempo di Settimio Severo e incisa su lastre marmoree. L’area centrale del foro era probabilmente adibita a giardino, con aiuole e fontane per giochi d’acqua, come risulta anche dai recenti scavi.
Nel Foro della Pace erano inoltre conservate molte opere d’arte, tra cui il candelabro a sette braccia trasportato da Gerusalemme e molte statue, che precedentemente decoravano la Domus Aurea di Nerone, restituite da Vespasiano al pubblico godimento. Di alcune di queste statue sono state rinvenute le basi con le iscrizioni. Distrutto da un incendio sotto Commodo nel 192, il foro fu restaurato da Settimio Severo. Subì nuovi danni nel V secolo, cui seguì l’abbandono, testimoniato nel VI secolo da Procopio.
In epoca alto-medievale l’area fu utilizzata come luogo di sepoltura, come indicano alcune tombe databili al VI-VII secolo d.C.
Tra i reperti più importanti riportati alla luce nei recenti scavi, uno dei più notevoli è il frammento di statua marmorea raffigurante una delle province dell’impero, di cui rimane il busto panneggiato e il braccio destro.
Informazioni
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