Al centro di piazza Guglielmo Marconi, già piazza Imperiale, svetta l'obelisco realizzato da Arturo Dazzi e dedicato al celebre fisico italiano. L'opera fu commissionata nel 1939 dall'allora Ministero della Cultura Popolare ed è un omaggio all'antenna-radio di Marconi e, al contempo, fulcro di raccordo prospettico della viabilità del quartiere. All'incombere della guerra su Roma, l'artista aveva approntato unicamente i primi due registri della decorazione ad altorilievi in marmo; alla ripresa dei lavori, nel 1951, il Ministero dei Lavori Pubblici propose addirittura di abbattere il monumento.
Nel 1953, in occasione della Mostra dell'Agricoltura che si svolse all'Eur, Arturo Dazzi si rifiutò di coprire provvisoriamente l'armatura in cemento armato del monumento con dei pannelli in gesso: prendeva corpo così l'ipotesi di completare definitivamente l'opera tramite nuovi finanziamenti. Con l'avvicinarsi delle Olimpiadi di Roma del 1960, l'occasione fu finalmente propizia per ultimare i pannelli decorativi in marmo: Dazzi riprese i quanto aveva abbandonato e l'obelisco verrà inaugurato il 12 dicembre del 1959.
I 92 pannelli che compongono il rivestimento raffigurano danze, canti, preghiere e animali: una sorta di ringraziamento dell'uomo e della natura per le straordinarie scoperte di Gugliemo Marconi. Stilisticamente, netta è la differenza tra i due registri approntati negli anni '40 ed i restanti, realizzati quindici anni dopo: all'iniziale levigatezza e definizione delle figure si contrappongono volti primitivi, figure esotiche e pose contorte che emergono dalla massa grezza del marmo.
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