Sartoria Litrico

Era il 1945 e mentre l’Italia cercava di risollevarsi spazzando via le polveri del secondo conflitto mondiale, Angelo Litrico, classe 1927, appena diciottenne approdò nella Capitale alla ricerca di quello che, ancora non lo sapeva, gli avrebbe permesso di realizzare il suo sogno. Originario di Catania, primogenito di dodici figli di pescatori, fin da bambino si era appassionato all’arte della sartoria e ne aveva appreso i rudimenti dai piccoli artigiani siciliani. 

Arrivato a Roma, passeggiando nei pressi di Via Veneto, il caso volle che, per una strana profetica coincidenza, Angelo trovasse la Sartoria Marinelli proprio in Via Sicilia. Qui iniziò a lavorare e divenne presto, grazie alla sua passione e al suo talento, uno dei collaboratori più fidati, tanto che quando Marinelli nel 1951 andò in pensione, Angelo rilevò l’attività dando vita alla Sartoria Litrico. 

Estroso e brillante, nel 1955 si cucì un abito particolare, di colore verde, poi comprò i biglietti del Teatro dell’Opera e nella pausa si intrattenne nel foyer del teatro con il mitico fascinoso attore Rossano Brazzi, il quale notò il suo abito. Litrico non fece altro che dare l’indirizzo della sartoria, omettendo di esserne l’artefice, e il giorno successivo Brazzi e Gassman erano nell’atelier a farsi vestire dalla testa ai piedi. Fu la rampa di decollo dell’attività: da quel momento tutti i protagonisti della Dolce Vita ne divennero affezionati clienti.

Nel 1957, per farsi conoscere a livello internazionale, scrisse una lettera a Kruscev, proponendo le sue creazioni. Kruscev rispose con entusiasmo, dando la possibilità a Litrico di essere protagonista della prima sfilata di moda uomo a Kiev, allora Unione Sovietica. Con il guardaroba di Litrico, Kruscev andò all’ONU e discusse animatamente sbattendo una scarpa sul tavolo; l’attenzione si volse immediatamente alla qualità dei suoi capi di abbigliamento, tanto che i giornali titolarono: “Litrico con le forbici tagliò la cortina di ferro”.

La fama divenne quindi mondiale, arrivando anche in Giappone nel 1960. Così Angelo chiamò a Roma i più giovani dei suoi fratelli, fra i quali Franco, per farsi aiutare nell’impresa. Quando Angelo uscì di scena, fu appunto Franco a prendere le redini dell’attività sposando totalmente l’idea del fratello maggiore, Franco amava ripetere: “Il tuo corpo è unico al mondo e il tuo sarto lo sa”.

Oggi l’atelier è nelle mani di Luca Litrico, figlio di Franco, che vi lavora dal 1991 e porta avanti la sana filosofia aziendale le cui parole d’ordine continuano ad essere tradizione, innovazione, eleganza e Made in Italy. Tutti i capi sono rigorosamente prodotti in Italia, con tessuti italiani filati per lo più a Biella, come Scabal, Piacenza e, per le inimitabili fodere, Bemberg. Il loro successo, in particolare sui mercati internazionali, è dovuto al fatto che si ricomincia a cercare il lusso non come brand ma come rarità, capi esclusivi, difficili da reperire.

Con il prezioso aiuto di sua moglie Stefania, disegnatrice laureata all’Accademia delle Belle Arti, Luca continua a proporre l’eleganza inconfondibile della Sartoria Litrico aggiungendo all’abbigliamento e alle calzature anche una linea di profumi. Non solo un abito, ma uno stile.