Nella zona dove in epoca imperiale c’erano gli Orti Sallustiani e dove furono decapitati i santi Ciriaco, Largo e Smaragdo, il 1 gennaio 1901 veniva posta la prima pietra della chiesa, voluta dal Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, P. Bernardino di S. Teresa e costruita dall’arch. Tullio Passarelli. Nell’anno successivo, il 19 aprile 1902, il Cardinale carmelitano, Girolamo M. Gotti, consacrava la chiesa dedicata a S. Teresa d’Avila. Il 6 gennaio 1906 il Papa S. Pio X la erigeva in Parrocchia, una delle prime dell’Ordine carmelitano, mentre il 29 ottobre 1951 il Papa Pio XII l’elevava a Basilica Minore.
La facciata è in stile romanico-gotico lombardo con un imponente portale in bronzo (1983) opera di fra Serafino Melchiorre, carmelitano scalzo, che riproduce le tappe della vita sacramentale di S. Teresa e i passi fondamentali delle sue opere. Un campanile alto 40 metri con trifore e colonnine in travertino, si staglia con eleganza proprio di fronte alle mura Aureliane.
La chiesa si presenta a tre navate per una lunghezza di 62 metri, una larghezza di 25 metri e l’altezza di 27 metri. La volta è a crociera. Risalta l’imponenza dell’altar maggiore su cui è posta la statua marmorea di Santa Teresa. L’ampia area presbiterale è stata adattata secondo la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II.
Alle pareti laterali otto altari rappresentano Santi Carmelitani, tra i quali degno di nota quello dedicato a SantaTeresa di Gesù Bambino, tutto in mosaico eseguito da Castaman di Venezia. Nella navata di destra attirano il simulacro della Madonna del Carmine, statua policroma in legno, che riproduce quella venerata sul Monte Carmelo e un Crocifisso in bronzo, di Pietro Tacca (1577-1650). Nella navata di sinistra, invece, si trova il bel fonte battesimale, accanto al quale è stata posta la veste papale che ornò le spoglie di Pio X nel giorno della beatificazione (1951).
Tre santi hanno visitato la Basilica parrocchiale: S. Giovanni XXIII, la beata Teresa di Calcuttta e S. Giovanni Paolo II. Infine nel 2012 sono state traslate le salme dei coniugi Lelia e Ulisse Amendolagine, servi di Dio, coppia vissuta nella parrocchia il cui processo di beatificazione è terminato nella sua fase diocesana.
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