Un interessante mix di archeologia industriale e tradizione popolare è la caratteristica principale di Ostiense, una delle zone più giovani e vivaci della Capitale. Le sue strade dal fascino underground, immortalate nel celebre film Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, sono un punto di riferimento della movida Romana, amato dalla gioventù internazionale per i ristoranti di cucina creativa, i caratteristici bistrot, i locali di musica dal vivo e le discoteche alla moda. Il quartiere si distingue per le numerose opere di Street art che decorano palazzi, magazzini, ed ex strutture industriali. Tra i principali murales si segnalano: Hunting Pollution di Iena Cruz, in via del Porto Fluviale, realizzato con una particolare vernice che purifica l’aria; Black&White Power di Sten&Lex, raffigurante una serie di abitanti immaginari del quartiere, in via dei Magazzini Generali; di fronte, la Wall of Fame di JB Rock, una serie di volti di personaggi noti dalla A alla Z, come Dante Alighieri, Jimi Hendricks, Frida Khalo ed Elvis, insieme a quelli di alcuni dei suoi familiari.
Situato nella zona sud della città, in prossimità del Tevere, l’attuale Ostiense prende forma agli inizi del Novecento, quando l’allora sindaco di Roma, Ernesto Nathan, dà il via a una nuova area a vocazione industriale. Già a fine Ottocento, nel vicino Rione Testaccio, era stato costruito un moderno Mattatoio – in funzione fino al 1975 e oggi polo culturale dedicato al contemporaneo – e iniziati i lavori di prolungamento della via Ostiense fino al mare, ultimati nel 1907. Vengono, quindi, edificati i Mercati Generali, inaugurati nel 1921, il nuovo Porto Fluviale per l’approdo dei battelli adibiti al trasporto di materie prime, lo Stabilimento del Gas, con il grande Gasometro del 1936, sottoposto poi a vincolo architettonico, e la Centrale Montemartini, primo impianto pubblico per la produzione di energia elettrica. Quest’ultimo rappresenta oggi uno straordinario esempio di riconversione in sede museale: è il secondo polo espositivo dei Musei Capitolini e ospita una considerevole parte delle sculture dell'antichità classica, tornate alla luce nel corso degli scavi eseguiti a Roma tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Insieme alle strutture comunali, sorgono stabilimenti privati, tra cui i Magazzini Generali per lo stoccaggio delle merci, pastifici, caseifici, vetrerie e ferramenta.
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