Un Ponte tra due epoche
Nota semplicemente come Ponte Matteotti, l’imponente struttura collega le due sponde del Tevere tra il quartiere Flaminio, nei pressi di Palazzo Marina, e il Rione Prati, all’altezza di piazza delle Cinque Giornate. Già previsto nel piano regolatore del 1909, Ponte Matteotti fu affidato all’architetto Augusto Antonelli e al suo progetto con il motto Aurea Simplicitas, vincitore del concorso bandito dall’Amministrazione Comunale nel 1920. Per problemi di natura finanziaria, i lavori per la sua costruzione presero il via solo nel 1924 e furono portati a termine nel 1929, anno in cui il ponte fu ufficialmente inaugurato il 21 aprile, in occasione del Natale di Roma. Il nome stabilito inizialmente era “delle Milizie”, in considerazione della sua posizione in linea con l’omonimo viale nel Rione Prati, ma, in onore al regime, fu deciso di chiamarlo Ponte Littorio.
Tributo a un grande statista
In seguito al crollo del regime fascista, nel giugno del 1945, Ponte Littorio assume definitivamente la denominazione di Ponte Giacomo Matteotti, in memoria del leader politico scomparso ventuno anni prima. È il pomeriggio del 10 giugno 1924, infatti, quando Matteotti, parlamentare e Segretario dell’allora Partito Socialista Unitario, viene aggredito e rapito, in Lungotevere Arnaldo da Brescia – adiacente a dove sorgerà il ponte – e poi assassinato, dieci giorni dopo aver pronunciato un celebre discorso alla Camera del Deputati. Dedicato a Matteotti è anche L’idea, la morte, il suggestivo monumento in bronzo che si staglia sul Lungotevere, all’altezza dello Scalo De Pinedo, un antico approdo intitolato al pilota che planò sul Tevere con il suo idrovolante nel 1925. Realizzata dallo scultore Iorio Vivarelli nel 1974, l’opera si presenta in due parti distinte – una stele alta e slanciata che evoca la sagoma di una foglia e, in basso, un groviglio che richiama un rovo di pruni, ossa o tessuti umani. In una targa rivolta verso la strada è incisa la frase “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”, che Matteotti avrebbe pronunciato poco prima di essere assassinato.
Una maestosa essenzialità
Semplice ma imponente, il ponte in travertino e cortina di mattoni, di circa 138 metri di lunghezza e 20 di larghezza, presenta tre arcate, di cui una centrale sormontata da un’aquila in travertino, affiancata da due fasci littori. Due grandi, false aperture circolari richiamano l’occhialone dell’antico Ponte Sisto, uno dei più romantici ponti di Roma che collega i rioni Trastevere e Regola.
Foto Redazione Turismo Roma
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