Il palazzo risale agli inizi del Seicento ed apparteneva alla famiglia Maccarani; nella seconda metà del XVII secolo fu acquistato dai Principi Odescalchi, che ancora lo possiedono, e monsignor Tommaso Odescalchi lo trasformò nel rifugio di un gruppo di ragazze abbandonate che erano accolte dell’Ospizio di S.Galla.
Grazie a un attento restauro e soprattutto di una ristrutturazione ottocentesca (che portò alla sopraelevazione di un terzo piano, con finestrelle sotto il bel cornicione a mensole e la modifica del cortile interno) il palazzo è ancora in buone condizioni. La facciata, decorata con due fasce marcapiano e da un cantonale a bugne, presenta le finestre del piano terra con architrave a pagoda (e sotto le finestrelle del seminterrato), mentre le sette finestre del primo e del secondo piano solo architravate. Dal portale bugnato, posto in asse decentrata rispetto alla facciata, si accede nel cortile dove sono incastonati frammenti antichi ed iscrizioni ed è presente una fontana ninfeo.
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